Al via il bando di gestione per centri antiviolenza degli atenei di Roma Tre, Tor Vergata e Cassino
Continuano le operazioni per l'inizio delle attività dei cinque centri antiviolenza all'interno delle Università della regione Lazio. Dopo l'apertura del primo, lo scorso 13 luglio, a Viterbo, all'Università della Tuscia e quello all'Università degli Studi La Sapienza il 27 dello stesso mese, apre il bando che permetterà anche agli ultimi tre centri di essere ultimati.
La Regione Lazio ha provveduto a inserire online la procedura necessaria per partecipare alla gara di affidamento dei centri antiviolenza grazie alla quale si conosceranno le realtà che prenderanno in gestione i centri stessi. Si tratta degli ultimi tre centri antiviolenza per donne e minori previsti dalla Regione all'interno degli atenei di Tor Vergata, Roma Tre e Cassino- Lazio Meridionale.
Il bando per gestire i centri
La documentazione necessaria per partecipare al bando per la gestione dei centri antiviolenza degli atenei di Tor Vergata, Roma Tre e Cassino è stata pubblicata nei giorni scorsi dalla Regione Lazio e da Lazio DiSCo, l'ente regionale per il diritto allo studio e alla conoscenza. Queste tre nuove strutture si aggiungono alle prime due già inaugurate all'interno degli atenei, rivolte alle studentesse ma anche a tutte le donne del territorio.
Per partecipare occorre essere soggetti iscritti ai registri del Terzo settore e in possesso dei requisiti minimi previsti dalla normativa nazionale, come il contrasto alla violenza di genere, il sostegno, la protezione e l’assistenza delle donne vittime di violenza, dei figli e delle figlie minorenni come finalità esclusiva e prioritaria. Altro requisito fondamentale, infine, è l'esperienza quinquennale nel campo.
I centri antiviolenza del Lazio
I centri antiviolenza che nascono nelle università si aggiungono alla rete di servizi antiviolenza della regione, all'interno della quale, quest'anno, si contano 34 centri antiviolenza e 15 case rifugio ad indirizzo segreto. Nel 2013, nove anni fa, i numeri erano molto più bassi: nell'intera regione c'erano soltanto 8 centri antiviolenza e 8 case rifugio nel territorio laziale.