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Al San Camillo un ‘cuore in scatola’ per aumentare il numero dei trapianti e salvare i pazienti

Ad eseguire l’operazione è stata l’equipe di cardiologia dell’ospedale San Camillo di Roma, guidata dal dottor Federico Ranocchi.
A cura di Enrico Tata
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Per la prima volta ne Lazio e nel centro sud Italia è stato eseguito con successo un trapianto di cuore utilizzando il sistema OCS, cioè un trasporto associato a perfusione. Con parole semplici, questo metodo permette di conservare il cuore in una scatola sterile e di farlo battere attraverso la stimolazione elettrica. È importante perché in questo modo l'organo espiantato può fare tragitti lunghi, che superano anche le 6 ore.

Ad eseguire l'operazione è stata l'equipe di cardiologia dell'ospedale San Camillo di Roma, guidata dal dottor Federico Ranocchi, con il supporto dei tecnici perfusionisti del gruppo del dottor Carlo Contento e il cardioanestesista Emilio D’Avino. A coordinare l'intervento è stato il Centro Trapianti Regionale, diretto dal dottor Mariano Feccia.

L'obiettivo di questa nuova tecnica è quello di aumentare del 20,30 per cento il numero dei trapianti all'anno. Questo perché, ovviamente, si avrebbe a disposizione una platea più ampia di possibili donatori. Nel caso del San Camillo, infatti, il cuore proveniva da Lecce. Stando a quanto comunica l'ospedale romano, il paziente che ha ricevuto l'organo ha superato con successo l'intervento "l’intervento e la fase di stabilizzazione post operatoria, nonché la prima tranche di controlli a seguito del trapianto".

Il metodo OCS permette all'organo, come abbiamo visto, di essere trasportato per lunghi tragitti. Il meccanismo, spiega il san Camillo, "è composto da una piccola scatola sterile, a temperatura controllata, al cui interno viene posizionato il cuore espiantato e successivamente collegato a un sistema di perfusione e ossigenazione e ad alcuni elettrodi: il “cuore in scatola” può così tornare a battere. Il cuore battente all’interno dell’OCS può essere valutato dal punto di vista strumentale e biochimico, attraverso esami come ecocardiogramma e coronarografia".

"Il San Camillo ha una importante tradizione nell’ambito della Cardiochirurgia, e anche in questo la professionalità e la competenza dei nostri medici e di tutto il personale sanitario ha permesso di raggiungere un risultato straordinario, sperimentando una tecnica articolata e difficile. Dall’inizio del 2023 l’equipe di Cardiochirurgia San Camillo ha eseguito 12 trapianti di cuore, confermando un trend in costante crescita", ha dichiarato il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini, Narciso Mostarda.

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