Al Gemelli la gastroscopia speciale che restringe lo stomaco e permette di dimagrire
Quattro adulti su dieci in Italia hanno problemi di eccesso di peso e uno su dieci convive con una condizione di obesità, malattia che aumenta i fattori di rischio per almeno altre 200 malattie, come diabete di tipo 2 e tumori. Il professor Cristiano Spada, professore ordinario di Gastroenterologia all'Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore dell'unità operativa di Endoscopia Digestiva Chirurgica di fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli, spiega che sono tre i metodi utilizzati per combattere l'obesità: la chirurgia bariatrica, riservata soltanto ai casi più gravi, i farmaci iniettabili basati sulle incretine (semaglutide e tirzepatide) e l'endoscopia bariatrica.
Il professor Ivo Boskoski, associato di Gastroenterologia presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, ha spiegato: "Secondo le linee guida, l'intervento di endoscopia bariatrica va riservato ai pazienti con un indice di massa corporea (Bmi) tra 30 e 40. Ma presto l'indicazione potrebbe estendersi (sono in fase di revisione le linee guida) ai pazienti sopra 27 e sotto 30 di Bmi, in presenza di comorbilità associate".
In pratica questa speciale gastroscopia endoscopica consente di restringere lo stomaco e si tratta di un intervento che può essere praticato a tutte le età, dai giovani fino agli anziani. Inoltre, ha spiegato il professor Boskoski, "può essere effettuata nei pazienti che non hanno indicazione chirurgica, come quelli difficili da operare e o in attesa di trapianto di fegato o di rene".
L'intervento può essere effettuato in anestesia generale o in sedazione profonda e dura appena 20-30 minuti. In futuro questa tecnica potrà anche essere effettuata con l'ausilio di robot e ciò consentirà di eseguire l'operazione in appena cinque minuti. "Dopo aver inserito l'endoscopio, si supera l'esofago e si arriva nello stomaco dove mettiamo punti di sutura a tutto spessore, a partire dall'atro (antro gastrico), a seguire per tutto il corpo dello stomaco, fino ad arrivare al fondo che non viene ‘cucito', per sfruttare il fatto che, distendendosi con l'arrivo del cibo, conferisce un senso di sazietà precoce", hanno spiegato i medici del Gemelli.
Con questa tecnica i pazienti riescono a perdere in sei mesi fino al 26 per cento rispetto al peso iniziale. "Naturalmente dopo l'intervento i pazienti devono essere costantemente seguiti da un'e'quipe medica multidisciplinare; questa procedura va infatti incastonata in un percorso che comprende l'intervento del diabetologo, del dietologo, dello psicologo. Un paziente sottoposto a intervento di endoscopia bariatrica per le prime sei settimane deve seguite una dieta da liquida a semi-liquida, fino ad arrivare progressivamente ad una dieta solida, ma sempre controllata e sempre prescritta dal dietologo. Molto importante è anche la prescrizione dell'attività fisica per evitare la perdita di massa magra", ha sottolineato il professor Spada.