Bambino Gesù, i primi due trapianti di cuore al mondo da donatore positivo: nessuna infezione
Per la prima volta in Italia due cuori di persone positive al Covid e che non ce l'hanno fatta a superare la malattia sono stati donati a pazienti negativi e privi di anticorpi. È successo al Policlinico Sant'Orsola di Bologna e all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. A seguito del trapianto nessuno dei due pazienti è stato infettato dal virus. Il primo intervento a Bologna è stato eseguito a fine aprile scorso su un uomo di 64 anni, mentre il secondo a Roma è stato realizzato a metà maggio su un ragazzo di 15 anni. Entrambi erano affetti da gravi cardiopatie e necessitavano con urgenza il nuovo organo. Così, grazie a una deroga concessa dal Centro nazionale trapianti, hanno potuto sottoporsi all'intervento salvavita. "La gravità delle condizioni cliniche dei pazienti – spiega il direttore del Cnt Massimo Cardillo – ha spinto le equipe mediche dei due centri a chiederci l’autorizzazione al trapianto anche se i riceventi erano privi di anticorpi”.
Il programma sperimentale del Ctn per i trapianti di organi da donatori positivi al covid
Dal dicembre 2020, il Centro nazionale trapianti ha attivato un programma sperimentale, che consente di effettuare trapianti salvavita di organi provenienti da donatori positivi al coronavirus e deceduti per altre cause solo su pazienti anch'essi positivi al momento dell'intervento o comunque già immunizzati perché vaccinati o perché hanno contratto il covid in passato. Fino ad ora erano stati eseguiti diciassette interventi che hanno riguardato il fegato e che sono stati effettuati esclusivamente su pazienti che avevano già avuto il Covid-19, nessuno dei quali è stato reinfettato dopo aver ricevuto il nuovo organo. Quelli al Sant'Orsola di Bologna e al Bambino Gesù di Roma sono due casi senza precedenti in Italia, perché per la prima volta i riceventi risultavano negativi al coronavirus e privi di anticorpi. "Abbiamo attivato immediatamente le procedure di sorveglianza infettivologica – prosegue Cardillo – e abbiamo valutato per entrambi i pazienti che il rischio di morte o di evoluzione di gravi patologie connesse al mantenimento in lista di attesa fosse superiore all'eventuale trasmissione di patologia dal donatore. Il decorso post-trapianto ci ha dato ragione e i riceventi ora stanno bene e sono tornati a casa”.
Primo trapianto pediatrico al Bambino Gesù da donatore positivo al covid su paziente negativo
È stato il primo caso pediatrico in Italia. Un ragazzo di quindici anni e negativo al Covid ha ricevuto un nuovo cuore da un donatore positivo. Il giovane era affetto da cardiomiopatia dilatativa, una rara patologia che compromette la capacità del cuore di pompare efficientemente il sangue all'organismo. Nel corso degli anni le sue condizioni si sono aggravate e nell'estate del 2020, a seguito di un arresto cardiaco, il quindicenne è stato sottoposto al trapianto di un cuore artificiale a seguito di arresto cardiaco. Una soluzione salvavita temporanea, in attesa di un vero organo. "In campo pediatrico – spiega il professor Antonio Amodeo, responsabile della struttura complessa di scompenso, trapianto e assistenza meccanica cardio-respiratoria del Bambino Gesù – trovare un cuore compatibile per un trapianto è più difficile che negli adulti. Nell’ultimo anno poi, a causa della pandemia e delle restrizioni adottate per contrastarla, queste difficoltà sono ulteriormente aumentate". A maggio del 2021 è stato individuato un cuore compatibile, ma il donatore è positivo al Covid e la legge consente il trapianto solo su pazienti anch'essi positivi o guariti. Per procedere con l'intervento è stato necessario richiedere una deroga al programma da parte del Cnt. A seguito del trapianto il ragazzo è stato trattato con anticorpi monoclonali, previa autorizzazione dall'Agenzia del Farmaco, per ridurre il rischio di un possibile contagio.