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Ai domiciliari, non sopporta più sua madre e chiama la polizia: “Vi prego portatemi in carcere”

Un 38enne agli arresti domiciliari ha chiamato la polizia perché non sopportava più sua madre e ha chiesto di essere portato in carcere.
A cura di Alessia Rabbai
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Foto di repertorio
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"Non sopporto più mia madre, voglio andarmene da casa, portatemi in carcere". Sono le parole dette da un uomo ristretto ai domiciliari, che ha chiamato i poliziotti, supplicandoli di portarlo via. È successo sabato scorso 15 luglio a Roma. A dare la notizia La Repubblica, che raccontato il curioso episodio. Non è la prima volta che la cronaca riporta casi del genere, ma di solito a "scoppiare" è la convivenza forzata e h24 tra partner, che finisce per sfociare in frequenti discussioni anche per le cose più banali. Stavolta però a mettere in crisi l'arrestato è il contatto costante con sua madre, che secondo quanto confidato agli agenti, non riusciva più a sopportare.

Così è ‘corso ai ripari', chiedendo addirittura il trasferimento in carcere, preferendo la cella ai confort dell'abitazione, pur di non doverci più convivere quotidianamente. Protagonista della vicenda è un uomo di trentotto anni romano, che si trova ristretto agli arresti domiciliari a scontare la sua pena con il braccialetto elettronico. Sabato scorso l'uomo, esasperato dal rapporto con sua madre ha chiamato la polizia, chiedendo l'intervento degli agenti, per farsi portare in carcere.

In altri casi detenuti ai domiciliari hanno chiesto alle forze dell'ordine di essere portati volutamente in carcere pur di non essere obbligati a stare con la propria moglie o compagna. Alcuni sono usciti dalla propria abitazione proprio con l'intento di evadere e farsi arrestare. In altri casi persone che hanno violato i domiciliari hanno poi dato a carabinieri e polizia che li hanno raggiunti le motivazioni più bizzarre, come nel caso dell'anziano, uscito di casa per andare a governare le galline e che il giudice ha poi assolto.

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