Aggressione chef Rubio, la giudice: “Rimuova post antisemiti, multa da 500 euro al giorno se non lo fa”
Gabriele Rubini, alias chef Rubio, dovrà rimuovere i messaggi diffusi tramite social in cui attribuisce la responsabilità dell'aggressione subita lo scorso maggio a "ebrei sionisti". Lo ha stabilito il Tribunale civile di Roma, con un'ordinanza pubblicata oggi, martedì 30 luglio. Secondo quanto riportato da la Repubblica, Rubio dovrà pagare 500 euro per ogni giorni in cui i messaggi saranno ancora visibili sui social media.
Secondo quanto scritto dalla magistrata Antonella Di Tullio nell'ordinanza riportata da la Repubblica, "quanto dichiarato da Rubini, in occasione del fatto di cronaca denunciato è falso, perché fondato su una personale congettura, ovvero che i responsabili dell'accaduto fossero ‘sei sionisti che hanno provato a farmi la pelle grazie alle comunità ebraiche che permettono tutto ciò a gruppi terroristici legati alla colonia sionista e sostenuti dalle comunità ebraiche’".
"Il Tribunale ha ritenuto in via di urgenza che i messaggi di recente diffusi sui canali social dal signor Rubini costituiscano ‘dichiarazioni idonee a diffondere il pregiudizio antisemita, che ledono nel loro complesso la dignità e la reputazione della comunità ebraica e come tali sono diffamatorie", risolvendosi in "incitamento all'odio (‘hate speech'), in quanto diretti intenzionalmente a spingere all'intolleranza verso singoli, persone e gruppi offendendone la dignità, tanto da costituire un pericolo per la loro sicurezza", ha dichiarato in una nota l'Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei).
Lo scorso maggio Rubini è stato aggredito davanti casa da un gruppo di persone ancora non identificate. A denunciare il pestaggio è stato lui stesso con un video pubblicato sui social. "Questo è quello che mi hanno fatto. Mi hanno aspettato fuori casa e mi hanno massacrato di botte. Lo hanno fatto adesso che ero fuori casa. Hanno bloccato il cancello elettrico, erano in cinque", ha dichiarato, mostrando il volto tumefatto e sanguinante. Sul caso, la procura di Roma ha aperto un'indagine per lesioni aggravate dall'odio razziale.