Aggressione al Roxy Bar, fu atto mafioso. I giudici: “Violenza cieca e intimidazione da Casamonica”

L'aggressione al Roxy Bar alla Romanina, Roma, del primo aprile del 2018 fu condotta con metodi mafiosi. A certificarlo sono le motivazioni depositate dai giudici della Seconda sezione penale della Corte di Cassazione, che lo scorso 2 luglio hanno confermato le aggravanti dell'articolo 416 bi del codice penale per Alfredo Di Silvio e per il nonno Enrico, condannati rispettivamente a 4 anni e 10 mesi e a 3 anni e 2 mesi. Nel testo redatto dai giudici viene ricostruito l'episodio: i due condannati ebbero "la pretesa di essere serviti prima degli altri avventori". Con "cieca, gratuita, selvaggia violenza" punirono " la donna (presa brutalmente a cinghiate, calci e schiaffeggiata) che aveva osato contraddirli". "Qua comannamo noi", si rivolsero ai gestori del bar. I giudici hanno sottolineato "il carattere di deviante ‘esemplarità' delle reazioni – assolutamente spropositate – all'indirizzo dei malcapitati che in un modo o nell'altro si erano permessi di fronteggiarli". In più viene ricordato "il timore palesato dagli altri sei o sette avventori presenti, che si erano ben guardati dal prestare aiuto alla donna che veniva ripetutamente frustata e picchiata, e che trova razionale giustificazione soltanto nel timore di successive ritorsioni".
Le intimidazioni alle vittime
Nonno Enrico incontrò successivamente le vittime dell'aggressione e le volle convincere "della necessità, per ogni abitante della zona, di obbedire alle richieste sue e della sua famiglia". Enrico Di Silvio dopo il rifiuto dei gestori del bar a ritirare la denuncia proferì una "espressione intimidatoria" con lo scopo di "minacciare conseguenze ancor più estreme, per ingenerare uno stato di assoggettamento ed omertà, per il fastidio scaturito dalla pretesa di non piegarsi ai suoi voleri". "Allora volete la guerra", la frase in questione. "Una guerra che egli aveva intenzione di scatenare, avendo soldati pronti a combatterla, o quanto meno di far credere di essere in grado di scatenare, il che ai fini della configurazione del cosiddetto metodo mafioso, è lo stesso", hanno concluso i giudici.
Raggi: "Cassazione conferma metodo mafioso, saremo sempre a fianco di chi denuncia"
"I giudici della Cassazione hanno confermato metodo mafioso e condanne a Di Silvio per raid Casamonica al Roxy Bar. Noi #NonAbbassiamoLoSguardo e saremo sempre al fianco di chi, cittadini o imprenditori come Roxana, denunciano soprusi. #FuoriLaMafiaDaRoma", ha twittato la sindaca di Roma, Virginia Raggi.