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Aggredito durante la protesta per la raccolta firme contro l’aborto: “Ancora una volta metodi squadristi”

“La polizia conosceva i consiglieri destra e anche la persona che ha provato ad aggredirmi – spiega a Fanpage.it Raffaele Biondo, consigliere PD di Ostia – Poi hanno scattato una foto ai miei documenti”.
A cura di Beatrice Tominic
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A sinistra il presidio di oggi pomeriggio davanti al VI Municipio, a destra il post con. cui il canale istituzionale ha pubblicizzato la raccolta firme contro l'aborto, "Un cuore che batte".
A sinistra il presidio di oggi pomeriggio davanti al VI Municipio, a destra il post con. cui il canale istituzionale ha pubblicizzato la raccolta firme contro l'aborto, "Un cuore che batte".

Si sono riuniti questo pomeriggio davanti alla sede del VI Municipio per protestare contro la pubblicizzazione sui canali social istituzionali della raccolta firme contro l'aborto. Dopo il presidio si sono dati appuntamento in aula dove il presidente del municipio, Nicola Franco, si sarebbe rivolto a loro con "toni aggressivi, inaccettabili e lesivi della libertà di espressione", come si legge in una nota. Ad aggredire uno dei ragazzi in protesta, invece, sarebbe stato il consigliere Licopodio, rendendo necessario l'intervento delle autorità: "Ancora una volta sono stati utilizzati metodi squadristi e violenti per mettere a tacere il dissenso – continua la nota – Ancora una volta si è provato a mettere a tacere il dissenso con la violenza".

"Io sono stato preso a spintoni, strattonato. I poliziotti mi hanno identificato e hanno scattato una foto ai miei documenti. Ho provato a spiegare che sono anche io un consigliere municipale, ma non è bastato", racconta a Fanpage.it Raffaele Biondo, consigliere del X Municipio di Ostia poco dopo aver subito il tentativo di aggressione.

"Sono entrati in aula durante il Consiglio mentre si stava discutendo la prima parte della relazione annuale del Presidente – risponde il presidente del VI Municipio con una nota – I democratici hanno democraticamente provocato le Istituzioni, sbandierano diritti ma poi si dimenticano doveri e rispetto".

Il racconto dal presidio

"Avevamo organizzato un presidio insieme a Libera di Abortire davanti alla sede, dopo la pubblicizzazione della raccolta firme contro l'aborto sui canali social istituzionali del VI Municipio – spiega – Ci eravamo accordati per una serie di interventi: Libera di Abortire, Radicali Italiani, Giovani Democratici e Partito Democratico". Poi la protesta si è spostata in aula.

"Ci hanno concesso di intervenire in aula, abbiamo parlato contro l'utilizzo dei canali istituzionali per propaganda politica. Ma i consiglieri hanno iniziato a fare confusione durante i nostri interventi, era evidente non volessero ascoltarci. Noi abbiamo protestato con dei cori, ma sempre in forma pacifica. Poi uno di loro, non so se fosse un consigliere, ha tentato di aggredirmi e lo hanno dovuto tenerlo fermo in tre".

Lì presente c'era anche la polizia: "Uno degli agenti ha chiamato per nome la persona che ha tentato di aggredirmi, si conoscevano. Poi mi ha identificato, mi ha preso il documento e ha scattato una foto. Alla mia richiesta di cancellare l'immagine, ha opposto resistenze – continua – Adesso mi trovo nel commissariato di Ostia. Io sto bene, a parte le spinte ricevute, non ho riportato lesioni. Ma hanno usato i loro toni aggressivi e hanno usato la violenza, come sono soliti fare".

Le reazioni sull'accaduto

"L’aggressione subita oggi dalle compagne e dai compagni del VI Municipio, avvenuta per mano di esponenti della maggioranza di destra, e soprattutto di un consigliere, sono da condannare duramente – scrive Enzo Foschi, Segretario del Partito Democratico di Roma – Una condanna che dovrebbe arrivare in maniera trasversale, da parte di tutti. Scene come quella di oggi non fanno bene alla città e alla politica della città".

Sull'accaduto non ha tardato ad arrivare anche la risposta di Emanuela Droghei, consigliera regionale e coordinatrice della segreteria del Partito Democratico di Roma: "Sono senza parole per quanto avvenuto oggi in VI Municipio. Un fatto grave e senza precedenti. La loro colpa? Tenere un presidio di protesta con interventi contro l’eccessiva pubblicità che il Municipio VI sta dando alla proposta di legge di iniziativa Un cuore che batte. Una brutta pagina per questa città che non può rimanere senza conseguenze".

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