Aggredite e pestate da 10 ragazzi: “Nessuno ci ha aiutato, si chiedevano solo se fossimo donne trans”
Accerchiate, aggredite e pestate da un gruppo di almeno una decina ragazzi. È quanto accaduto a Giulia e Alessia, due ragazze vittime di un'aggressione transfobica da parte di un gruppo composto da alcuni giovanissimi. Dopo essere state massacrate di botte, hanno deciso di denunciare sui social l'accaduto, raccontando la vicenda mentre si trovavano ancora nell'ospedale Belcolle di Viterbo. "Prima ci hanno rivolto degli apprezzamenti, poi hanno detto che eravamo vestite troppo provocanti e ci hanno picchiate. Nessuno ha fatto niente per aiutarci: si chiedevano soltanto se fossimo ragazze trans".
L'aggressione transfobica nel Viterbese
I fatti sono avvenuti qualche sera fa durante una festa di paese a Castiglione in Teverina, nella provincia di Viterbo, durante la Festa del Vino. "Siamo state aggredite da un branco di ragazzi – scrivono sui social poche ore dopo l'aggressione – Il più grande avrà avuto 20 anni". I fatti, secondo quanto raccontato nel post, sarebbero avvenuti in piazza, davanti ad altre persone. Ma non sarebbe intervenuto nessuno: "L'unica domanda che si facevano le pecore era capire se fossimo donne o trans", aggiungono ancora.
"Dopo aver chiamato i carabinieri e la sicurezza nessuno è stato in grado di fermare mezzo coglione del branco, soffermandosi sul fatto che avevamo un aspetto provocante: educate i vostri gran figli e insegnategli a rispettare donne come noi, non solo come fate voi, uomini di merda, negli appartamenti, ma anche per strada in una festa. Fate schifo", hanno poi concluso.
La reazione di TusciaPride
Non appena appreso dell'accaduto, è arrivato il commento da parte del TusciaPride, l'associazione LGBT+ del Viterbese. "Esprimiamo piena solidarietà alle nostre sorelle aggredite, condanniamo con fermezza quanto accaduto e chiediamo a tutte le istituzioni e a tutte le realtà democratiche di fare lo stesso. Per l'ennesima volta i nostri volti sono stati sfregiati, le nostre identità attaccate e le nostre esistenze delegittimate, ma ora basta – scrivono sui social – Non siamo più dispostɜ a subire violenza sui nostri corpi e non mancheremo di gridarlo con forza nei Pride, nelle piazze e ovunque tutti i giorni".
Non ha tardato ad esprimersi anche l'Arcigay di Viterbo: "Un chiaro episodio di violenza
transfobica che non può essere considerato e quindi derubricato quale una semplice lite – hanno fatto sapere – Ci siamo subito messi in contatto con le vittime della violenza, fornendo tutto il supporto necessario. Ci auguriamo che gli autori della vile aggressione vengano identificati al più presto". Poi hanno aggiunto: " Questa escalation di violenza nei confronti delle persone LGBT+ è un evidente segnale di degenerazione sociale e di un’inarrestabile spirale di odio che sta dilagando alimentata da una chiara narrazione politica che guarda alle diversità come un pericolo e non come una ricchezza".