“Aggredita e picchiata da una collega senza mascherina per due fotocopie”: la denuncia di una prof
"Ha cominciato a urlarmi contro, poi mi è arrivata addosso e ha iniziato a strattonarmi per il cappotto, colpendomi al braccio sinistro. Non sapevo cosa fare, non riuscivo a reagire e mi stavo vergognando per la scena cui gli studenti hanno dovuto assistere. Tutto per aver solo stampato dei fogli". Sara (nome di fantasia, N.d.R), è una professoressa di una scuola di Fiumicino che lo scorso venerdì ha denunciato di essere stata aggredita da una collega nell'istituto dove entrambe lavorano. La professoressa, dopo aver chiamato polizia e 118, è poi andata a sporgere denuncia. "Da una piccolezza ha avuto una reazione spropositata – continua l'insegnante – Dopo avermi aggredita, tra l'altro senza mascherina, mi ha anche impedito di tornare nel laboratorio di informatica per riprendere la borsa che avevo lasciato al tavolo. Ho dovuto chiamare la polizia per rientrare in possesso dei miei effetti personali".
Tutto è cominciato venerdì, quando la professoressa, 64 anni, si è recata nella scuola dove insegna per prendere dei moduli. "Ho la 104 per mia figlia che ha dei problemi motori e mi servivano dei giorni di permesso – spiega – I fogli per richiederli però non c'erano in sala insegnanti, e così sono andata nel laboratorio di informatica per stamparli direttamente dal sito. Quando sono entrata ho visto la collega senza mascherina, ma non le ho detto nulla e mi sono seduta lontano dai ragazzi per non disturbare mentre facevo le mie cose. Ho stampato i moduli che mi servivano per i permessi, e anche un foglio per l'affido di un cagnolino che volevo portare a mia figlia dato che aveva perso da qualche giorno il suo. So che non avrei dovuto, ma dopo anni di lavoro in quell'istituto e quaranta nel mondo della scuola pensavo non ci fosse nulla di male se stampavo altri due fogli". A quel punto, secondo quanto raccontato dalla professoressa, sarebbe avvenuta l'aggressione. "Quando la collega ha visto che avevo stampato due fogli che non avevano pertinenza col lavoro ha cominciato a urlarmi contro, strattonandomi per il cappotto e dandomi delle botte al braccio sinistro. Ero scioccata dalla sua reazione".
Una volta fuori dal laboratorio, la professoressa ha chiamato la polizia. "Avevo la tachicardia, ma ho rifiutato di salire sull'ambulanza e andare in ospedale – racconta – ho deciso però di sporgere formale denuncia per quanto accaduto, non devono più ripetersi scene del genere". Più che il dolore fisico, per l'insegnante rimane l'amarezza. "Ho passato anni a prendermi cura dei ragazzi e a cercare di insegnargli qualcosa. Che questo episodio sia avvenuto davanti a loro mi lascia davvero tanto sconforto".