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Aggredisce la fidanzata minorenne con morsi e pugni: condannato insegnante di sostegno

Schiaffi, morsi e pugni alla fidanzata minorenne: condannato un insegnante di sostegno di 30 anni. Ma questa non è l’unica accusa che pende nei suoi confronti.
A cura di Beatrice Tominic
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Pugni, morsi e schiaffi alla fidanzata diciassettenne. Per questo un insegnante di sostegno, con anni di volontariato e lavoro con i bambini alle spalle, è finito a processo e ieri, giudicato dal tribunale monocratico di Roma, è stato condannato a 9 mesi e 15 giorni. Oltre a queste accuse il ragazzo, oggi trentenne, ha un altro fascicolo aperto a suo carico. In questo caso nei suoi confronti viene contestato il reato di violenza sessuale su una seconda donna con cui aveva iniziato una relazione.

L'aggressione alla diciassettenne

Per il momento, come riporta la Repubblica nella sua edizione locale, il trentenne, originario del quartiere Trieste, è stato condannato per l'aggressione alla fidanzata minorenne. I fatti risalgono al 2017, nel mese di marzo. Si trovava con la fidanzata dell'epoca, quando avrebbe iniziato a prenderla a schiaffi e a pugni. L'avrebbe anche morsa. Lo stesso giorno, inoltre, le avrebbe distrutto gli interni della minicar.

"Sentenza corretta ed equilibrata. Anche se il primo grado è arrivato soltanto dopo 7 anni – è il commento dell'avvocato che difende la ragazza, Daniele Bocciolini – Lei ha denunciato subito, ma servono più immediatezza e un maggiore coordinamento, altrimenti non possiamo stupirci se le denunce vengono ritirate. Anche lei aveva preso in considerazione questa opzione negli anni".

Il secondo procedimento in corso

Non solo accuse per aggressione. In un secondo fascicolo a suo carico spuntano quelle di violenza sessuale da parte di un'altra donna con cui si stava frequentando da poco. I fatti risalgono al 2019. L'insegnante avrebbe violentato la donna che si stava sentendo male "perché aveva bevuto troppo". Ai carabinieri, inoltre, la ragazza ha raccontato di aver vissuto una vita "insostenibile" a causa del trentenne. Limitava le uscite con gli amici e le controllava il cellulare, fra il 2019 e il 2020. Per queste nuove accuse, è stato rinviato a processo dopo le indagini: il processo è in corso alla prima sezione collegiale di piazzale Clodio.

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