Affitti brevi a Roma, l’assessore Onorato: “Serve mettere un freno, il governo Meloni dorme”
Gli affitti brevi continuano a rappresentare una minaccia per l'anima delle città: sono già tantissimi e la loro presenza, soprattutto nei centri storici, rende i quartieri ricchi di turisti ma privi di cittadini e cittadine. Di fatto disabitati. Sembra averlo capito New York che, proprio a partire da ieri 5 settembre 2023, ha reso difficile la vita ad uno dei portali più famosi di questo genere, AirBnb: per poter affittare o mettere a disposizione una casa, occorrerà l'autorizzazione della stessa città.
Una scelta condivisa da molti che, però, ha scatenato polemiche nel nostro Paese, dove quello degli affitti brevi rappresenta già un problema da tempo.
Dal Campidoglio il primo a schierarsi è nuovamente l'assessore Alessandro Onorato al Turismo, Moda, Sport e Grandi Eventi che, come aveva spiegato nell'intervista rilasciata a Fanpage.it qualche giorno fa, continua a chiedere un decreto legge che possa garantire al Comune maggiore libertà sul tema: "Mentre New York decide, il governo Meloni dorme: mentre oltremanica (e non solo, anche in Europa) procedono le restrizioni per evitare il prezzo degli affitti, Santanché non fa nulla – ha spiegato l'assessore a margine di un incontro al Campidoglio – È assurdo che il Comune non possa limitare le aperture in una specifica zona di Roma: dobbiamo mettere un freno sul sito Unesco, dove esistono condomini senza residenti".
La richiesta di regolamenti sull'extralberghiero
Non solo Roma: tutte le città italiane di interesse turistico si trovano a dover affrontare lo stesso problema. "Come noi anche Firenze, Venezia, Milano e Napoli ma siamo con le mani legate – ha aggiunto l'assessore – Solo l'esecutivo italiano si ostina a non regolamentare l'extralberghiero: oltre a New York stanno prendendo provvedimenti anche altre città, come Amsterdam, San Francisco, Barcellona, Parigi. Soltanto qui il governo non fa nulla".
Per dare maggiore autonomia ai singoli comuni, infatti, è necessaria una legge nazionale, senza la quale diventa impossibile garantire l'attenzione necessaria sul territorio. "Nel sito Unesco del centro oltre ai 700 alberghi e a 25mila strutture minori, ce ne sono almeno 15mila abusive. La differenza è che le strutture autorizzate sono in possesso di un codice identificativo unitario: soltanto queste potrebbero lavorare. È vergognoso che il Comune non possa fornire i codici autonomamente: si crea una competizione sleale fra chi è autorizzato e chi non lo è. Basterebbero tre righe di decreto per fare lotta all'abusivismo", aveva spiegato nel corso dell'intervista a Fanpage.it l'assessore.