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Adelina suicida perché senza cittadinanza: la famiglia presenta un esposto in Procura

I famigliari di Adelina presenteranno un esposto in Procura con all’interno i video della donna prima del suicidio, per chiedere che venga fatta giustizia.
A cura di Alessia Rabbai
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I video in cui Adelina Sejdini annuncia il suicidio pubblicati su Facebook saranno inseriti in un esposto che la famiglia presenterà in Procura, affinché vengano svolti gli accertamenti del caso per ricostruire l'intera vicenda e la donna abbia la giustizia che meriti. "Dobbiamo restituirle la dignità che non ha avuto in vita – ha detto intervistata da Il Giorno Pavia sua sorella Ermira – Si continua a parlare di Alma come un ex prostituta, non lo era: era una donna coraggiosa che voleva diventare italiana". Adelina ora riposa nel cimitero di Collepasso, nei pressi di Gallipoli, in Puglia. La sua famiglia ha scelto quel luogo per seppellirla, in terra italiana, per averla più vicina.

Adelina avvolta in una bandiera tricolore

Nel video in cui annuncia pubblicamente l'intenzione di togliersi la vita Adelina è avvolta in un tricolore: un gesto simbolico, per testimoniare a tutti quanto ardentemente ha desiderato la cittadinanza italiana e con quanta insistenza ha chiesto alle istituzioni di concedergliela. Prima di uccidersi, lanciandosi da Ponte Garibaldi il 6 novembre scorso, Adelina il 28 novembre si è data fuoco in piazza a Roma, un gesto estremo a seguito del quale è finita in ospedale con delle gravi ustioni, per farsi ascoltare e chiedere un incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella o con un funzionario del ministero, per parlargli della sua situazione, ma nessuno l'ha ascoltata, anzi, il giorno prima del suo suicidio, quando si è presentata per una nuova protesta davanti al Viminale, le è stato notificato un foglio di via e avrebbe dovuto lasciare Roma per tornare immediatamente a Pavia.

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Adelina ha fatto arrestare i suoi sfruttatori

La storia di Adelina è quella di una donna dal grande coraggio e che ha sofferto molto, abbandonata dalle istituzioni. Dopo aver denunciato e fatto arrestare i suoi sfruttatori che gestivano il racket della prostituzione, non è stata aiutata dallo Stato italiano, che non l'ha protetta riconoscendole la cittadinanza. Perduto lo stato di apolide, le è stata assegnata la cittadinanza albanese. Ma Adelina in Albania non ci voleva tornare, non perché non amasse il suo Paese d'origine, ma perché come ha ripetuto più volte lì sarebbe stata "una donna morta". Adelina inoltre aveva bisogno di una casa, data la sua invalidità al 100% che non le permetteva di lavorare e le spese a cui doveva far fronte perché era malata di cancro.

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