Adelina in un video annuncia di volersi uccidere: “Nessun aiuto, mi troveranno in una tomba”
Adelina Sejdini, la donna che si è uccisa per non aver ricevuto al cittadinanza italiana, ha registrato un video prima del suicidio il 6 novembre scorso. La quarantaseienne, nonostante le lettere e gli appelli rivolti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e agli altri rappresentanti delle istituzioni, non è stata ascoltata. Nel video di cui parla La Repubblica, la donna spiega i motivi del suo gesto. "Non mi hanno aiutata, sto cercando un posto dove farla finita" dice guardando in camera, mentre cammina per strada. Le ultime parole prima di morire sono state: "Questa notte mi troveranno dentro una tomba". Poi l'appello diretto alle persone che le hanno voluto bene e che hanno conosciuto la sua storia: "Fate quello che vi ho detto, diventate la mia voce, morta per morta, spero che altre Adeline avranno quello che non ho avuto io".
Adelina aveva già tentato il suicidio
Vittima dello sfruttamento della prostituzione, Adelina aveva denunciato e fatto arrestare i suoi aguzzini, ma non ha ricevuto tutela dallo Stato. Arrivata a Roma da Pavia, ha chiesto alle istituzioni di essere ascoltata. Il suo intento era quello di essere ricevuta da Mattarella o dai funzionari del Ministero dell'Interno, per parlargli della sua situazione, per chiedere di essere protetta e ribadire quanto il riconoscimento della cittadinanza italiana fosse importante per lei. Adelina, nata a Durazzo, infatti, non voleva che le fosse tolto lo stato di apolide e che le fosse riconosciuta la cittadinanza albanese. In 28 ottobre scorso si è data fuoco in piazza in segno di protesta, ma neanche questo drammatico gesto è servito. Disperata per vedersi ignorate le sue richieste e ormai senza speranza, si è lanciata da Ponte Garibaldi e si è tolta la vita.
Adelina abbandonata dallo Stato
La storia di Adelina è quella di una donna forte, che si è ribellata al suo stato di schiavitù, facendo finire in menette i suoi sfruttatori, alcuni dei quali appartenenti alla mafia albanese. A ‘L'aria che tira' su La7 aveva spiegato quali fossero i suoi timori: "In Albania sono una donna morta", per questo voleva rimanere in Italia e ricevere le tutele e la protezione che le spettavano, così come una casa popolare in cui stare. Dichiarata invalida al 100 per cento e impossibilitata a trovarlo, Adelina aveva anche il cancro, una situazione che senza aiuti era diventata ormai insostenibile. In una vicenda drammatica come questa c'è da capire perché lo Stato italiano non solo l'abbia abbandonata, ma come, nonostante le sue continue richieste di aiuto, nessuno le abbia impedito di togliersi la vita.
Sinistra Italiana annuncia un'interrogazione al governo
Sulla morte di Adelina è intervenuto il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, che ha definito la vicenda "un fallimento dello Stato, che non riesce a tutelare e assistere chi, con enormi conseguenze e indicibili sofferenze, decide comunque di non voltarsi e fare la cosa giusta". L'onorevole ha annunciato un'interrogazione al governo: "Occorre ripensare questo insensato e disumano sistema che preclude il futuro di tante, troppe, persone. Una vicenda straziante che però ci sbatte in faccia l'incubo che deve affrontare chi chiede solo di essere cittadine e cittadini di questo Paese, di essere accettato come essere umano".