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Addio Giubileo, nessuno vuole costruire la stazione Pigneto a Roma: gara di nuovo deserta

La gara per l’appalto dei lavori da oltre 100 milioni di euro per realizzare la nuova stazione del Pigneto è andata deserta. Di nuovo. E adesso l’obiettivo di inaugurarla entro il Giubileo 2025 appare irrealizzabile.
A cura di Enrico Tata
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Nessuno vuole costruire la stazione ferroviaria del Pigneto a Roma. La gara per l'appalto dei lavori da oltre 100 milioni di euro, bandita da Fs, è andata deserta. Di nuovo. E ormai l'obiettivo di realizzarla per il Giubileo del 2025 appare irrealizzabile. Nel frattempo, a cantieri ancora nel libro dei sogni, la viabilità provvisoria necessaria proprio per la nuova stazione continua a provocare code infinite in tutto il quartiere.

In realtà secondo alcuni, come abbiamo spiegato, il mancato rispetto della scadenza giubilare potrebbe essere un'opportunità per rivedere il progetto. Perché quello mandato a gara non appare del tutto utile alla città: per esempio nella prima fase non è previsto un collegamento diretto con la Metro C e, hanno detto i tecnici di Metrovia, "soltanto una delle due linee ferroviarie che già oggi passano nel vallo del Pigneto saranno dotate di banchine, necessarie a consentire la salita e la discesa ai passeggeri rendendola una vera e propria fermata.

Proprio su questi problemi il consigliere regionale di Azione, Alessio D'Amato, ha presentato un'interrogazione: "L'obiettivo di realizzare la prima grande opera su ferro per il Giubileo 2025 sembra fallire. Quello attuale è un progetto a metà, bisogna fare le cose in modo veloce ma farle bene, evitando di doverci rimettere le mani in futuro".

E adesso, dopo che la gara è andata deserta per la seconda volta, l'obiettivo Giubileo sembra davvero essere sfumato. Ma perché nessuna impresa vuole realizzare la stazione? Un'ipotesi la avanza ‘Mercurio Viaggiatore' su Twitter, profilo che da sempre si occupa dei problemi legati alla mobilità a Roma: "Potrebbe essere colpa delle troppe incognite: essendo fondi PNRR, UE e altri, legati a tempistiche stringenti, nonché alle solite sempre possibili proteste dei cittadini, nessun imprenditori se la vuole rischiare. Roma è una città che non vuole cambiare".

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