Addio alla “nonna detective”: due giorni prima ha smascherato e fatto arrestare i suoi truffatori

Ha trascorso le ultime ore della sua vita soddisfatta di aver incastrato i truffatori che volevano derubarla. Assunta Gatto è morta a novantacinque anni all'ospedale Villa San Pietro, due giorni dopo aver sventato una truffa nella sua abitazione di Serpentara a Roma. Il Corriere della Sera ha intervistato i figli, che hanno spiegato come Assunta fosse furba e attenta, una "nonna detective", che ha mantenuto negli anni la curiosità e un carattere ribelle.
"Mamma non sarebbe mai caduta in un tranello simile, era più furba di chi la voleva raggirare. Quando ha fatto arrestare i truffatori ha esultato dicendo, stavolta li ho fregati io". Sono le parole della figlia di Assunta, che ha spiegato in poche parole com'era sua madre. Non è caduta nella trappola di chi da anni ormai cerca di truffare gli anziani, ci avevano provato diverse volte a farla franca con lei, ma non ci sono mai riusciti. E morendo Assunta ha portato con sé fino all'ultimo istante questa soddisfazione.
Assunta i giorni seguenti alle chiamate dei falsi nipoti ha avuto un avuto un incidente domestico che ha aggravato le sue condizioni di salute e data anche l'età e morta. Nata a Soverato in provincia di Catanzaro il 9 settembre 1928, aveva quattro sorelle. Figlia di un militare della Croce Rossa trasferito a Roma, viveva a Campo de’ Fiori e lavorava nel calzaturificio di via Sistina. Le sue scarpe sono state indossate da Totò, Rita Hayworth, principesse e altre nobildonne e aveva ricevuto una proposta di lavoro anche dalle Sorelle Fontana. Poi sono nati i suoi di figli e si è dedicata completamente a loro.
La truffa sventata da Assunta Gatto, la "nonna detective"
Come raccontato da anche da Fanpage.it nei giorni scorsi, Assunta che abitava da sola venerdì 4 agosto ha ricevuto la chiamata di una donna, mentre sotto casa sua c'erano due ragazzi, che i carabinieri hanno bloccato. Al telefono le ha detto di essere sua nipote: “Ciao nonna!”. Lei all’inizio ci ha creduto: “Ciao Chiara”, le ha detto. Ma è stata l’unica informazione che ha fornito, prima di capire che si trattava di una truffa.
Così le ha detto: "Mi saluti tuo figlio, come si chiama? E tuo marito?”. La donna dall'altra parte della linea telefonica non le ha saputo rispondere. I truffatori le hanno bloccato la linea per non farle chiamare il 112 e si sono sostituiti al numero di emergenza, prima con un finto operatore e poi con un finto carabiniere che le ha detto sarebbe venuto a casa a prendere la denuncia. Ma Assunta non ha creduto a nessuno. È stato suo figlio Antonio a chiamare le forze dell'ordine. Uno dei presunti truffatori, di diciannove anni, è stato arrestato subito scarcerato dopo la convalida, un altro di diciassette anni solo denunciato. I carabinieri cercano la donna che ha fatto la telefonata.