Acca Larentia, cerimonie divise tra Comune e Regione dopo la rimozione della targa abusiva

La targa rimossa dal comune è tornata al suo posto, presidiata da un gruppo di militanti di estrema destra. Oggi pomeriggio, nell’anniversario della strage, attesi centinaia di neofascisti da tutta Italia per il “presente” con i saluti romani.
A cura di Valerio Renzi
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Alla vigilia dell'anniversario della strage di Acca Larentia è stata riaffissa in via Evandro la targa in ricordo di Stefano Recchioni, una delle tre vittime della strage di Acca Larentia, firmata "i camerati". La targa era stata divelta dal nucleo decoro urbano della Polizia Locale, dopo la denuncia di diversi esponenti del Partito Democratico che ne denunciavano la "comparsa", e dell'Anpi. In realtà la targa si trovava lì da diversi anni, ed era stata rimossa per poi tornare al suo posto dopo alcuni lavori sulla facciata del condominio.

L'episodio aveva aperto un dibattito in cui era intervenuto tra gli altri l'assessore alla Cultura Massimiliano Smeriglio, proponendo una targa "condivisa"da parte delle stesse istituzioni. Così non è stato: ieri un gruppo di militanti di estrema destra ha rimesso al suo la stele di marmo, tale e quale a come era quella distrutta.

La denuncia è stata fatta da Giovanni Barbera esponente di Rifondazione Comunista, che ha chiesto al comune di attivarsi per rimuoverla nuovamente."La targa risulta attualmente presidiata a vista da un manipolo di militanti di estrema destra", ha raccontato.

Oggi il rito del "presente" ad Acca Larentia tra le polemiche

Oggi pomeriggio alle 18.00 il rito del "presente", con centinaia di neofascisti da tutta Italia che ricorderanno i tre ragazzi uccisi con il saluto romano. Una manifestazione che da diversi anni molte forze democratiche e antifasciste chiedono di vietare.

Il 7 gennaio 1978 la strage di Acca Larentia

Il 7 gennaio del 1978 un commando armato apriva il fuoco contro un gruppo di giovani militanti missini che rientrava nella sede di via Acca Larentia. Venivano trucidati sulla porta Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta. Poco dopo la terza vittima: un carabiniere spara contro i militanti neofascisti accorsi sul posto nel corso dei violenti incidenti esplosi, muore Stefano Recchioni. L'attentato venne rivendicato dai Nuclei armati per il contropotere territoriale. I responsabili della strage non verranno mai identificati.

Rocca: "Gesto vergognoso, non me la sono sentita di commemorare col Comune"

Questa mattina, al momento della deposizione della corone di fiori da parte del Comune di Roma, non era presente il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. Una decisione presa dal Governatore proprio per esprimere la sua contrarietà in merito alla rimozione della targa. "L'anno scorso eravamo insieme – le parole di Rocca – Certo, l'atteggiamento per la targa non mi ha messo in condizioni di poter avere una commemorazione. Mi sono sentito con il sindaco e l'assessore Smeriglio. Se si avvierà realmente un percorso condiviso la mia disponibilità è ovviamente totale, ci mancherebbe. Non ci sono morti di serie A e morti di serie B quando dobbiamo ricordare. Le polemiche di questi giorni per me sono vergognose. Io non mi sono sentito di commemorare con il comune in questa giornata. Se critico la rimozione della targa anche con la scritta da camerati? Stava qui da decenni. Fare questo gesto in questi giorni… si poteva scegliere un percorso per una memoria condivisa. Individuare una targa comune. Si potevano fare tante cose, ma a distanza di pochi giorni l'ho trovata una provocazione inutile. Dopo anni ci si sveglia e si fa distruggere quella targa? Quando il dito indica la luna, che è la pacificazione e un percorso di dialogo, l'imbecille guarda il braccio".

Rampelli: "Tragedia che merita il rispetto di tutti"

"Questa è una tragedia che si è consumata negli anni '70 e che merita il rispetto di tutti", ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei Deputati Fabio Rampelli, sul posto in visita istituzionale insieme a una delegazione di Fratelli d'Italia. "Io sono d'accordo su chi lancia un amo sulla strada della pacificazione. Non mi pare però, se si vuole raggiungere davvero la strada della pacificazione come io mi auguro, che si possa iniziare con la rimozione a picconate di lapidi commemorative". Federico Mollicone, presidente della commissione cultura alla Camera dei Deputati, ha aggiunto che "la nostra presenza in una cerimonia istituzionale come Fratelli d'Italia vuole essere un invito alla pacificazione. Per noi questa storia è superata e chiusa almeno dalla fine degli anni '80. Essere qui, per noi, è lineare e coerente perché i tre ragazzi trucidati da un commando comunista sono stati riconosciuti dallo stato ‘vittime del terrorismo'. Si tratta di una commemorazione ufficiale, istituzionale e non solo: all'epoca era una sede del Movimento Sociale Italiano, di cui noi siamo gli eredi per avere il loro simbolo nel nostro".

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