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Acca Larentia, altre 14 persone identificate e denunciate per il saluto romano

Altre 14 persone sono state identificate e denunciate dalla Digos per aver fatto il saluto romano durante le celebrazioni di Acca Larentia, lo scorso 7 gennaio.
A cura di Beatrice Tominic
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Il saluto romano davanti alla storica sede del Movimento Sociale Italiano nel pomeriggio di ieri.
Il saluto romano davanti alla storica sede del Movimento Sociale Italiano nel pomeriggio di ieri.

Altre 14 persone sono state identificate e denunciate per aver fatto il saluto romano a bracco teso lo scorso 7 gennaio 2024 durante le celebrazioni di Acca Larentia, davanti alla storica sede del Movimento Sociale Italiano.

I nuovi 14 denunciati sono stati segnalati dalla Digos della questura di Roma all'autorità giudiziaria dopo controlli approfonditi e con la collaborazione della polizia scientifica che ha passato al vaglio le immagini riprese dai sistemi di sorveglianza e di altri commissariati sparsi in tutto il territorio nazionale che hanno riconosciuto militanti di Casapound fra la folla riunita nel pomeriggio dello scorso 7 gennaio. Nel frattempo gli accertamenti non si fermano.

Chi sono gli indagati

Per il saluto romano durante le celebrazioni di Acca Larentia, infatti, non sono state denunciate soltanto persone residenti a Roma, ma anche provenienti da Avellino, Caserta, Napoli e Forli’- Cesena. Con le nuove denunce sale a 19 il numero degli indagati: le prime cinque denunce sono scattate a due giorni dalle celebrazioni. Oltre a loro, però, sarebbero decine le persone identificate nelle galassie neofasciste e nelle fasce ultras.

Le celebrazioni di Acca Larentia

Quella che si è tenuta nel pomeriggio del 7 gennaio è soltanto la seconda celebrazioni organizzata per ricordare Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, militanti di destra uccisi il 7 gennaio del 1978. Prima dell'appuntamento pomeridiano, si era tenuto un incontro istituzionale al quale hanno partecipato anche l'assessore alla Cultura della capitale, Miguel Gotor; il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli. Con lui i fedelissimi, reduci del partito dell'epoca, conosciuti come i Gabbiani.

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