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Abusi su una bimba di 2 anni ripresi con l’Iphone e inviati in chat: l’orco è il padre, 33 anni

Le accuse a un ragazzo romano di 33 anni: violenza sessuale aggravata ai danni di sua figlia, una bimba di neanche due anni, e detenzione, produzione e cessione di materiale pedopornografico.
A cura di Enrico Tata
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Violenza sessuale aggravata ai danni di sua figlia, una bimba di neanche due anni, e detenzione, produzione e cessione di materiale pedopornografico. Di questo è accusato un ragazzo di 33 anni romano. Riprendeva gli abusi con il suo IPhone, poi pubblicava foto e video nelle chat dei pedofili. Una storia terribile, portata alla luce grazie alle indagini della polizia postale. Gli agenti hanno visto il materiale fotografico online e hanno tentato in tutti i modi, e nel minor tempo possibile, di risalire al responsabile. Una corsa contro il tempo che si è conclusa con una perquisizione domiciliare e informatica ai danni del 33enne, il padre della vittima. L'orco è lui. Dai dati raccolti, spiega la polizia, è emerso anche "un adescamento sessuale che l'indagato stava conducendo nei confronti di un ragazzino di quindici anni".

Le perquisizioni non solo hanno permesso di recuperare i file video e fotografici originali degli abusi, ma anche tutti gli account creati dal ragazzo per inviare e richiedere materiale pornografico e per parlare con le sue vittime. Tutto il materiale è stato sequestrato e l'indagato è stato accompagnato nel carcere romano di Regina Coeli.

"Sia i poliziotti che i magistrati che hanno operato per la risoluzione del caso sono rimasti particolarmente colpiti dalla gravità delle condotte e dalla natura disumana dei crimini compiuti del genitore-orco. Non era infatti mai capitato, fino a quel momento, di accertare, in un singolo caso criminale, tutti i possibili reati previsti dal Codice penale in materia di sfruttamento dei minorenni per la produzione di materiale pornografico", si legge nel comunicato diramato dalle forze dell'ordine.

Le indagini sono state eseguite dalla polizia postale, comparto di Milano e di Roma. La perquisizione è stata invece eseguita dagli investigatori di Milano con il supporto del Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia online (Cncpo) del Servizio polizia postale e delle comunicazioni di Roma. Il lavoro è stato coordinato dalla procura di Milano.

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