Abusi e torture nel centro della Croce Rossa, chieste quattro condanne per gli operatori
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Violenze, intimidazioni, abusi. Questo erano costretti a vivere gli e le ospiti del centro della Croce Rossa per persone disabili. "Non vogliamo che chiuda, chi ha sbagliato deve pagare", era l'auspicio dei genitori. E nell'udienza di oggi il pm Francesco Gualtieri ha chiesto le condanne per quattro degli operatori: 5 anni e quattro mesi per un operatore accusato di tortura; due condanne a 2 anni e otto mesi e una condanna a 2 anni per gli altri tre operatori accusati di maltrattamenti. Il procedimento, per il quale la Croce Rossa Italiana si è costituita parte civile, è stato aggiornato al prossimo 26 marzo.
Le violenze e gli abusi nel centro della Croce Rossa
"Se non mangi, ti faccio vedere il diavolo", dicevano loro gli operatori. "Ti mando in ospedale, ti spacco la sedia in testa". O, ancora: "Ti scanno, pezzo di merda". Questo il modo in cui si rivolgevano agli ospiti. Le condanne chieste oggi si sommerebbero a quelle emesse lo scorso 13 gennaio quando il gup di Roma ha disposto due rinvii a giudizio e quattro patteggiamenti.
Le violenze e gli abusi sarebbero stati inflitti ad alcuni pazienti affetti da gravi patologie psico-fisiche. Le indagini erano scattate dopo una denuncia presentata nell'aprile del 2023 dai vertici della Croce Rossa di Roma. Dagli accertamenti sono arrivati elementi importanti, fra cui i video delle telecamere di sorveglianza, che hanno permesso di ricostruire ciò che accadeva nel centro. In totale, stando alle immagini, sarebbero stati in 9, cinque operatori e quattro operatrici, ad accanirsi sui pazienti.
Le violenze sui pazienti del centro
Non soltanto gli insulti, le offese e le minacce. Le immagini mostrerebbero i colpi inflitti con una ciabatta sulle mani e le gambe dei pazienti o gli strattonamenti per i capelli. Ma anche i pugni in volto e il momento in cui veniva versata un'intera bottiglietta d'acqua sulla testa di uno dei pazienti. "Cingeva con una busta di plastica il collo del paziente", si legge ancora, come riporta la Repubblica. I magistrati, inoltre, contestano anche la violenza sessuale, per un palpeggiamento "accompagnato con parole di scherno".