Abusata nell’ascensore di casa, il racconto della vittima: “Ero convinta che sarei morta”

"Ho urlato con tutto il mio fiato", sono le prime dichiarazioni che con la poca voce rimasta la 39enne, aggredita mentre saliva in ascensore ha rilasciato al quotidiano il Messaggero. A salvarla dall'uomo che ha tentato di violentarla in un condominio in zona Marconi a Roma, alcuni vicini di casa.
Come ogni sera dopo il lavoro al ristorante, la donna è tornata nel suo appartamento dove vive da ormai tre anni. Una routine tranquilla, che due giorni fa è stata interrotta brutalmente e all'improvviso da un aggressore che l'aspettava nell'androne. "Avrà avuto massimo 40 anni, scuro di carnagione e molto alto". L'uomo ha abusato di lei mentre erano soli in ascensore, prima di essere messo in fuga da un vicino che è intervenuto allertato dalle urla.
Il racconto della vittima: "Minacciata con un coltello"
È stata lei stessa a farlo salire in ascensore pensando si trattasse di "un ospite del bed and breakfast che c'è nel palazzo" e per questo gli ha "chiesto a che piano andasse e l'ho fatto entrare". Appena chiuse le porte però inizia l'incubo. Con un gesto repentino l'uomo blocca l'ascensore e getta a terra la vittima minacciandola con un coltello di stare zitta ed iniziando a sfilarle il vestito che indossa. Inutile i tentativi della donna di rialzarsi o di aprire le porte dell'ascensore. "Lui mi sbatteva a terra: la cabina era ferma tra due piani e quindi ero bloccata da un muro". L'unica arma che la vittima riesce ancora ad usare è la voce. Sono proprio le sue urla infatti ad allertare uno dei vicini del palazzo. "Se non avessi urlato così tanto forse ora non sarei qui", conferma la 39enne.
L'aggressore è ancora ricercato, l'ipotesi della premeditazione
Il condomino ha tentato di forzare le porte dell'ascensore chiuso, è bastato questo a spaventare l'aggressore che ha interrotto la violenza per riportare l'ascensore al primo piano, aprire la porta del palazzo e scappare nella notte. È la stessa vittima che dopo essersi rialzata ha tentato di rincorrerlo invano. "La cosa che mi ha colpita è che lui sapeva dove stesse il pulsante per aprire il portone", rivela la donna. È da questo dettaglio che le indagini proseguono ipotizzando una premeditazione dell'uomo nei giorni precedenti. La vittima esclude che si trattasse di qualcuno del palazzo o della zona, ma "non era la prima volta che entrava lì". Sicuramente l'uomo si trovava già nell'androne del palazzo quando la donna è arrivata "come se si fosse nascosto per poi spuntarmi alle spalle quando ho aperto la porta dell'ascensore", racconta la 39enne. Non è ancora chiaro se la donna fosse stata scelta con premeditazione, o se l'aggressore abbia deciso sul momento.
"Ho gli incubi per quanto mi è successo"
La volontà della donna ora è di riprendere il lavoro il prima possibile e ritornare alla vita di prima. Le ferite al volto e gli incubi però ancora non glielo permettono. La sera stessa della vicenda, la 39enne è stata medicata dai sanitari giunti sul posto e poi dai medici che l'hanno presa in cura in ospedale: per fortuna non ha subito gravi conseguenze sul piano fisico, presentando delle ferite superficiali al collo e un graffio al volto, ma la paura e il trauma non passeranno velocemente come le escoriazioni. "Ho bisogno di distrarmi, di riempire le mie giornate per non pensare", ha infine raccontato.