Abdel Latif morto al San Camillo, Capriccioli: “Amici dicono che era stato pestato, si faccia luce”
"Stamattina ho condotto una seconda lunga visita ispettiva al Cpr di Ponte Galeria per acquisire ulteriori elementi utili a ricostruire la vicenda che ha portato alla morte del giovane tunisino Wissem Abdel Latif". Lo ha dichiarato Alessandro Capriccioli, consigliere regionale di +Europa Radicali riguardo la morte del 26enne, deceduto dopo tre giorni di contenimento all'ospedale San Camillo di Roma. Capriccioli ha dichiarato di aver parlato con i compagni di stanza di Latif, ai quali il giovane avrebbe raccontato di "aver subito delle percosse il giorno prima del suo ricovero. Circostanza che, se confermata, sarebbe gravissima". Come appurato dal consigliere, il ricovero sarebbe però riconducibile a un approfondimento della situazione psichiatrica del giovane e non a un eventuale pestaggio.
Il ragazzo forse legato per tre giorni al letto dell'ospedale
Wissem Abdel Latif è stato trasferito dal Cpr di Ponte Galeria lo scorso 24 novembre: prima è stato ricoverato all'ospedale Grassi di Ostia, e poi al reparto psichiatrico del San Camillo di Roma, dove è morto la mattina del 28 novembre. La morte di Latif è stata classificata come ‘naturale', ma sono molti i punti non chiari di questa vicenda. Gli amici e i familiari del ragazzo hanno dichiarato che il 26enne non soffriva di nessuna malattia, e che non aveva problemi psichici. Un caso su cui fare luce, tanto che si è mosso anche il Garante dei detenuti Stefano Anastasia e Majdi Karbai, deputato del parlamento tunisino eletto in Italia nella circoscrizione esteri con il partito di sinistra Attayar. E in una visita al Cpr di Ponte Galeria hanno notato che nell'incartamento c'è scritto come il 25, 26 e 27 novembre il 26enne sia stato ‘contenuto', ossia legato al letto del reparto psichiatrico. Non vi sono orari di inizio e di fine, e il dubbio è che sia stato legato ben tre giorni di fila. "Dopo il passaggio al Pronto Soccorso del Grassi, inoltre, il giovane ha trascorso due giorni al Spdc dello stesso ospedale, prima di essere trasferito al San Camillo, luogo nel quale, a quanto risulta dal relativo registro, è stato sottoposto a contenzione fino al momento del decesso – continua la nota di Capriccioli – Ritengo necessario che si chiarisca al più presto che cosa è successo nell'ultima settimana di vita di Wissem Latif, analizzandone tutti i passaggi, ciascuno dei quali, dal Cpr al reparto psichiatrico del San Camillo, è avvenuto mentre si trovava nelle mani dello Stato".