Abdel è morto dopo essere stato contenuto per 3 giorni di fila? Quello che non torna dai registri
Abdel Latif è morto lo scorso 28 novembre alle 4.00 del mattino nel reparto psichiatrico dell'ospedale San Camillo. Cittadino tunisino di 26 anni, era arrivato in Italia poche settimane prima della sua tragica fine. Dopo essere sbarcato da una nave quarantena non è neanche riuscito a presentare domanda di protezione che è finito nel Cpr di Ponte Galeria a Roma. Gli accordi tra Tunisia e Italia fanno in modo che i migranti che arrivino dal paese dall'altra parte del Mediterraneo vengano rimandati indietro con grande sollecitudine, spesso prima ancora di poter chiedere di esaminare la propria posizione.
Alessandro Capriccioli – storico esponente dei Radicali e consigliere regionale di Più Europa – è entrato nel Cpr romano nella speranza di fare luce sulla morte del giovane, il cui decesso è classificato al momento come un semplice "arresto cardiaco", in mancanza della disposizione di un'autopsia. Assieme al Garante dei detenuti Stefano Anastasia ha potuto visionare il fascicolo che ricostruisce il trasferimento dalla struttura di detenzione amministrativa, all'ospedale Grassi di Ostia e infine al San Camillo.
E qui c'è una prima anomalia su cui è necessario fare chiarezza: quando un paziente viene contenuto fisicamente, ovvero legato al letto, c'è un registro apposito per monitorare tale pratica. I medici devono scrivere a che ora è iniziata la contenzione e quando è finita. Il 27, il 28 e il 29 novembre invece per Abdel Latif c'è scritto a che la contenzione è iniziata ma non l'orario di fine. Il 26enne è stato legato al letto per tre giorni di fila? Perché non c'è scritto l'orario di fine della contenzione? La contenzione fisica è una pratica estrema, a cui si ricorre purtroppo troppo spesso ancora oggi nei reparti psichiatrici Andrebbe limitata a casi molto gravi in cui il rischio che i pazienti possano nuocere agli operatori o se stessi è molto alto, e spesso viene usata per il tempo necessario che i farmaci sedativi facciano effetto. Ed è anche una pratica pericolosa, per questo va monitorata in appositi registri. Al momento non risulta a Fanpage.it che la Procura abbia aperto un fascicolo sulla morte del giovane tunisino, ma questo sarebbe indispensabile per eseguire l'autopsia e per appurare cosa è accaduto nel Cpr, al Grassi e infine al San Camillo.
Della vicenda si sta occupando anche il deputato tunisino Majdi Karbai, eletto in Italia nella lista del partito di sinistra ed ecologista Attayar da anni si occupa di detenzione amministrativa e del rimpratrio forzato dei suoi connazionali. In contatto con la famiglia, nega con decisione che Abdel soffrisse di disturbi psichiatrici come riportato dall'incartamento che lo riguarda. Cosa è successo allora? Ma soprattutto, la sua condizione era compatibile con la detenzione in un Cpr?