Abbattimento cinghiali Sfattoria previsto da legge, dice la Asl. M5s: “Ingiusta condanna a morte”
La Asl Roma 1 fa sapere che il provvedimento notificato alla ‘Sfattoria degli ultimi' di Roma è stato "adottato dal Servizio Veterinario della ASL Roma 1 per la gestione dell’emergenza della Pesta Suina Africana (PSA), secondo l’ordinanza n. 4 del 28 giugno 2022 del Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana, che fornisce indicazione precise per l’attuazione delle misure di controllo ed eradicazione della PSA".
Nel caso specifico, si legge ancora nella nota, "si tratta di animali presenti in zona infetta già interessata dal provvedimento che prevede l’istituzione di un vuoto sanitario intorno al focolaio, al fine di contenere la diffusione della malattia e la salvaguardia della salute della popolazione animale interessata, come da parere espresso il 10.06.2022 anche dal Centro Referenza Nazionale Pesti Suine (CEREP)".
Sono previste deroghe per "per i suini non destinati alla produzione di alimenti, che secondo la normativa vigente possono essere custoditi nella misura massima di due capi. Tale deroga, secondo il provvedimento commissariale, non si applica alla fauna selvatica (cinghiali), non suscettibili di detenzione domestica".
I volontari della Sfattoria avevano pubblicato ieri un post su Facebook con il quale annunciavano la notifica di abbattimento dei cinghiali: "Con il piú triste sentimento che si possa provare, informiamo tutti che abbiamo appena ricevuto da parte della Asl Rm1 la notifica di abbattimento di tutti gli animali della Sfattoria. I nostri legali stanno già provvedendo a inoltrare il ricorso al Tar contro l'ordinanza. Ora piú che mai vi preghiamo di aiutarci, in ogni modo".
Diaco (5 Stelle): "Ingiusta condanna a morte"
Per Daniele Diaco, consigliere capitolino del Movimento 5 Stelle e vicepresidente della commissione Ambiente, "uccidere i 130 maiali e cinghiali della Sfattoria è un atto crudele e non necessario. Il ricovero si trova nella zona rossa della peste suina, sì, ma come hanno spiegato molte associazioni animaliste gli ungulati sono tenuti in condizioni di sicurezza e non sono nemmeno destinati al consumo alimentare. Perché quindi condannarli a morte? Ci uniamo alle richieste dei tanti attivisti che si sono mobilitati a favore di queste povere bestie, arrivando a raccogliere oltre 30.000 firme per salvarli. Zingaretti, la Asl Roma 1 e le altre istituzioni competenti hanno il dovere morale di intervenire su questa decisione agghiacciante: gli animali della ‘Sfattoria' non meritano questa sorte".