A scuola tornano le bocciature, gli studenti: “Criteri di valutazione non adeguati al contesto”
Niente sconti agli scrutini per chi rischia la bocciatura. Sono passati due giorni dal ritorno in classe e non sono pochi gli studenti romani che hanno accumulato insufficienze nei mesi scorsi vissuti in Dad. Ma in fase di giudizio finale i professori non faranno eccezioni. A confermarlo, il Direttore dell'ufficio scolastico regionale, Rocco Pinneri, in un'intervista al Messaggero. "È sbagliato parlare di sconti, nessuno li vuole e nessuno li ha chiesti – dichiara ai microfoni di Fanpage.it, Daniele Conti, rappresentate della Rete studenti medi – I criteri di valutazione devono essere adattati al contesto in cui viviamo e alla singolarità degli studenti. Critica anche la risposta di Giulia Fazio, membro dell'Unione degli studenti: "Torniamo sempre al tema che il nostro è un sistema scolastico basato sulla meritocrazia. Il migliore viene premiato e il meno bravo è lasciato indietro. In un periodo così difficile, non si può pretendere l'efficienza". Con la pandemia il passaggio alla didattica a distanza è stata un'esperienza traumatica per molti studenti. "La Dad non è scuola – ribadisce Daniele – accentua le disuguaglianze all'interno del sistema scolastico". Un divario soprattutto digitale, tra chi ha i mezzi adeguati per seguire le lezioni da casa e chi no. "All'inizio gli studenti venivano capiti di più, adesso i professori dicono che non faranno sconti – sottolinea Giulia – durante questi lunghi mesi passati a casa non tutti disponevano di pc o di una connessione internet. Per non parlare di quanto sia difficile apprendere alcune materie attraverso lo schermo di un computer".
Lezioni in presenza al 70%: "Distanziamenti inesistenti e classi piccolissime"
Non tutti sono ancora tornati sui banchi di scuola. Per la maggior parte dei presidi romani è stato impossibile mantenere la promessa di un ritorno in classe al 100%. Tra i problemi principali che ostacolano la didattica in presenza c'è la mancanza di spazi adeguati per il mantenimento della distanza di almeno un metro tra gli alunni. Giulia, che studia al liceo artistico Argan ribadisce che "qui i distanziamenti non esistono e le classi sono piccolissime". Anche raggiungere la soglia del 70% è difficile. "Noi ce l'abbiamo fatta – dice Daniele, che frequenta il liceo scientifico Archimede – ma siamo stati fortunati perché abbiamo classi dai 18 ai 21 alunni". Nella maggior parte degli istituti resta il problema delle cosiddette "classi pollaio", troppo affollate e che arrivano a ospitare fino a 30 studenti. Inoltre, gli alunni denunciano le condizioni strutturali disastrose in cui riversano alcune scuole. "Una ragazza del Caravillani mi ha inviato la foto di una sua compagna con l'ombrello aperto in classe perché entrava acqua piovana dal tetto". Nell'ampio dibattito sulla scuola, un tasto dolente è anche il "Piano estate", messo a punto dal ministero dell'istruzione. Niente a che vedere con i corsi per chi a settembre dovrà recuperare alcune materie. Si tratta di attività extra e su base volontaria."Questa storia di aprire le scuole in estate è come dire a studenti e docenti: vi siete riposati fino ad ora, adesso dovete recuperare – sostiene Daniele – C'è questa retorica tremenda delle scuole che sono state chiuse tutto l'anno. Non è vero. Tutti hanno lavorato al massimo".