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A San Lorenzo va all’asta il centro sociale Communia. Appello a Gualtieri: “Proceda con l’esproprio”

L’area di via dei Lucani avrebbe dovuto essere espropriata dall’amministrazione Raggi per farne un posto dedicato al quartiere con verde e servizi. Ma se il Campidoglio non effettuerà l’ultimo passaggio, l’intero progetto sarà a rischio.
A cura di Natascia Grbic
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"Abbiamo scoperto dell'asta di Communia dal sito del Tribunale, dove ci sono le foto dello spazio sociale. Chiuderà il 20 dicembre. L'amministrazione deve capire in che direzione andare: se in quella della Roma dei palazzinari, che hanno rovinato i quartieri, o in quella dei beni e servizi per tutti. Chiediamo alla giunta Gualtieri di prendere posizione su Communia e sull'area di via dei Lucani". Communia è uno spazio sociale storico a San Lorenzo. Fino al 2013 era solo una delle tante baracche che popolano l'area di via dei Lucani, divenuta tristemente nota nel 2018 in seguito al femminicidio di Desirée Mariottini. Quell'anno un gruppo di studenti e studentesse forzarono i cancelli delle ex officine Piaggio ed entrarono nello stabile. Nel giro di poco tempo sono nate una sartoria gestita da migranti, un'aula studio aperta fino a tardi, sportelli legali e sociali, oltre a tantissime iniziative culturali e politiche. Se qualcuno dovesse aggiudicarsi l'asta, Communia verrebbe sgomberata immediatamente.

Dopo il femminicidio di Desirée Mariottini, l'amministrazione a 5 Stelle guidata da Virginia Raggi aveva avviato un processo di pianificazione partecipata per riqualificare l'area, decidendo di procedere all'esproprio pubblico delle proprietà in mano ai privati, lasciate abbandonate al degrado più totale. Communia e altre realtà del quartiere, tra cui la Libera Repubblica di San Lorenzo, hanno partecipato al bando indetto dal Comune di Roma per la riqualificazione dell'area. "Il progetto votato dalla giunta prevedeva una piscina comunale, dei campetti per lo sport all'aperto, luoghi per gli artigiani, per il quartiere e per Communia – spiega a Fanpage.it Marco Filippetti, attivista dello spazio sociale – I proprietari, invece, non avevano partecipato al bando comunale perché non erano previste cubature per l'abitativo. Salvo poi, in totale spregio alle istituzioni, presentare fuori tempo un proprio progetto, che prevede la destinazione del 50% dell'area all'edilizia privata. Una cosa che a San Lorenzo non solo non serve, ma è dannosa. Questo quartiere ha bisogno di servizi".

Il progetto era stato approvato dall'assessorato, e prevedeva 20 milioni di stanziamento per l'esproprio. Per renderlo effettivo però, manca un passaggio nel consiglio comunale che non è ancora avvenuto. Con il cambio di giunta, questo passaggio spetterebbe alla nuova amministrazione. Ma su questo, non c'è ancora una posizione ufficiale. "Qui non c'è bisogno di appartamenti da vendere a 5mila euro al metro quadro, di mini loft per la upper class, ma di servizi per il quartiere – continua Filippetti – Ricordiamoci poi che una delle questioni più delicate qui a San Lorenzo è quella della movida. Se si continua a costruire palazzine e non si preservano spazi di socialità sana come Communia, il Cinema Palazzo, o Esc Atelier, le uniche cose che rimarranno nel quartiere sono i luoghi del consumo alcolico. Il problema non sarà risolto, ma continuerà a peggiorare". Il nodo della questione è sempre lo stesso: capire a quale modello di città si vuole tendere. "La giunta Gualtieri deve dare un segno: e noi vigileremo e continueremo a fare pressione affinché gli spazi sociali con la loro ricchezza siano tutelati".

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