A Roma una mamma finisce in strada con tre bambini: “Avrebbero già dovuto avere la casa popolare”

Mahmuda, madre di tre figli di 2, 4 e 12 anni, avrebbe dovuto ricevere un alloggio popolare già un anno fa.  Dopo mesi di richieste inascoltate e solleciti rimasti senza risposta, la scorsa notte Mahmuda e i suoi bambini si sono ritrovati per strada.
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Questa è l’ennesima storia di emergenza abitativa che scuote Roma. Un problema che si ripresenta con drammatica regolarità e che lascia intere famiglie nell'incertezza più totale, senza una soluzione concreta all'orizzonte.

“Ieri Mahmouda si è rivolta presso il nostro ufficio,” ci racconta Silvia Paoluzzi, dell’Unione Inquilini. “Mahmuda era in uno stato di disperazione non indifferente, insieme ai suoi figli perché quella sarebbe stata l’ultima notte sotto un tetto.”

Mahmuda è stata accolta all’interno dell’ufficio di Unione Inquilini insieme ai suoi tre bambini di 2, 4 e 12 anni. Bambini troppo piccoli per comprendere fino in fondo la situazione, ma abbastanza grandi da percepire l’ansia e lo smarrimento della madre. La domanda è inevitabile: perché si è arrivati a questo punto? Per mesi la famiglia aveva chiesto l’assegnazione della casa popolare. Ma il Comune non ha mai presentato il foglio A2, ossia il certificato di precarietà abitativa, nonostante Mahmuda risultasse idonea.

Così, dopo mesi di richieste inascoltate e solleciti rimasti senza risposta, la scorsa notte Mahmuda e i suoi bambini si sono ritrovati per strada, senza un tetto sotto cui ripararsi.

“Adesso siamo qui presso gli uffici di Via Cavour”, continua Silvia, “ad aspettare la sala operativa sociale che dovrebbe garantire a Mahmuda e a questi tre bambini una casa famiglia o un alloggio.”

Un dramma che si è dunque momentaneamente alleviato grazie all’intervento di Unione Inquilini, che ha offerto loro un rifugio temporaneo presso i propri uffici. Un atto di solidarietà che, però, non può sostituirsi alle responsabilità delle istituzioni.  Ma da domani, senza un intervento immediato questa famiglia tornerà a vivere nell’incertezza più assoluta.

“Oggi il Comune di Roma, una delle potenze G7, non ha un posto per una mamma con tre bambini”, conclude Paoluzzi.

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