A Roma si combatte il cambiamento climatico coltivando 100.000 alberi per i boschi di domani
Nella periferia Nord Ovest della Capitale, appena fuori dal Gra, stanno crescendo i boschi del futuro. Nell’ombraio della struttura Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria) nel quartiere Casalotti di Roma stanno crescendo 100 mila piantine destinate a diventare i nuovi boschi di domani. Si tratta del progetto "Vivi 4 Roma" reso possibile grazie all’accordo siglato tra l’assessorato all’Ambiente guidato da Sabrina Alfonsi e il Crea. "Insieme, stiamo riattivando l’ex Ovile per creare un vivaio sperimentale, parte di un accordo triennale per rilanciare il patrimonio agroforestale romano. Questo progetto non solo mira a produrre piante, ma anche a promuovere la ricerca scientifica e la sensibilizzazione ambientale. Le piante autoctone, come querce e sempreverdi, saranno messe a dimora per adattarsi ai cambiamenti climatici e valorizzare la biodiversità locale. Il nostro obiettivo è creare una città più resiliente agli impatti ambientali" ha spiegato in un post su Instagram alcuni giorni fa l'Assessora all'agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti Sabrina Alfonsi. Un progetto, si legge sul sito del Crea, che ha l’obiettivo di migliorare la sostenibilità ambientale e la salvaguardia del verde urbano attraverso studi e ricerche per la valorizzazione dell’attività vivaistica in ambito di forestazione urbana, nonché di individuare e sperimentare materiale vivaistico forestale per la città di Roma, adeguato alle esigenze del sistema del verde cittadino, tenuto conto del cambiamento climatico e degli agenti inquinanti, e di sperimentare il coinvolgimento di cittadini ed associazioni in iniziative rivolte alla vivaistica forestale e alla forestazione urbana.
I nuovi boschi urbani
Ad accompagnarci all'interno del parco della Cellulosa dove sorge l'ombraio, è il tecnologo Crea Giuseppe Pignatti. Lui è uno degli esperti che curerà questi mesi il progetto che consiste non solo nella cura delle giovani piante ma anche nella scelta di quali specie coltivare e quali no. La decisione non è ovviamente casuale ma dettata dal cambiamento climatico. "Gli alberi dei piccoli boschi cittadini dovranno essere più resistenti a periodi di grande siccità ma anche alle ormai note bombe d'acqua – ci spiega Pignatti -e questa sarà la vera sfida per noi, ovvero far crescere la vegetazione adatta ad una città sempre più calda".