A Roma si blocca il trasporto scolastico per i disabili: “Intere famiglie ‘in ostaggio’ in casa”
Centinaia di bambini disabili in vari quartieri di Roma sono rimasti senza il servizio di trasporto scolastico. I loro genitori hanno alzato la voce per denunciare gravissime mancanze e rivendicare i propri diritti. Già da settembre i pulmini sono andati avanti a singhiozzi. Oggi, intere fasce di popolazione restano a piedi. "Ci sono famiglie in ostaggio dentro casa, perché non riescono a portare il figlio disabile a scuola", denuncia una madre. Il disservizio è provocato dalla crisi della Tundo spa, la società privata che svolge i servizi di trasporto con un appalto di Roma Capitale. Da maggio gli autisti dell'azienda sono senza stipendio e denunciano di dover guidare mezzi sempre più fatiscenti. Un autista racconta: "Spesso siamo rimasti per strada senza benzina, altre volte abbiamo dovuto pagare noi il carburante per terminare la corsa". La problematica è già sul tavolo del neosindaco Roberto Gualtieri, che ha convocato un incontro trilaterale con azienda, sindacato e Amministrazione. Il padre di una bimba disabile chiede che "il sindaco prenda a cuore questa situazione e che la risolva definitivamente".
La mamma della bimba autistica: "Non avere il pulmino la destabilizza. Sono in difficoltà, come faccio da sola?"
A raccontare la sua storia alle telecamere di Fanpage.it è Giulia Ranisi, mamma di una bimba autistica. "Non avere il pulmino la destabilizza – dice – tutte le mattine lo cerca. Il rientro da scuola diventa difficoltoso con il mezzo personale. Che cosa comporta nel mio caso? Io sono da sola in macchina. Se mia figlia ha una crisi comportamentale, si picchia, e per me diventa difficile e pericoloso. Anche attraversare la strada in alcuni momenti può essere difficile. Mia figlia si butta per terra. E se io sto da sola? Sono completamente in difficoltà". Una situazione difficile che colpisce molte famiglia. Anche Maria Rossi condivide gli stessi disagi: "Sono la mamma di un ragazzo autistico di 14 anni, che proprio per la sua patologia è abitudinario. Quindi, rompere la routine è veramente drammatico. Noi genitori dobbiamo fare i salti mortali per portarlo a scuola, per dargli più serenità possibile, più normalità possibile, per non fargli vivere il disagio che è veramente grande".
"Famiglie in ostaggio a casa, raccontiamo la nostra storia per chiedere diritti"
Le situazioni di queste famiglie sono difficili ma non sono le peggiori. Le madri hanno scelto di raccontarle per fare luce su un'ampia fetta di popolazione rimasta senza diritti. Tra loro ci sono casi ancora più problematici: "Se ho l'opportunità di avere una tutela – aggiunge Giulia – e questo servizio mi viene negato, io non voglio stare zitta. Non ci sto. Per quello siamo qui a dare voce alla nostra storia e a quelle di altre famiglie che sono ancora in situazioni più gravi della nostra. Famiglie che sono in ostaggio dentro casa. Se non ho il mezzo e ho difficoltà a muovermi da solo, come ci vado a scuola?". E Maurizio Zuppi, il padre della bimba disabile, si chiede: "Perché siamo arrivati a questo punto? Perché non si è provveduto anche prima della campagna elettorale a risolvere definitivamente questo problema, che poi è esploso a settembre?". E denuncia: "Noi da settembre non abbiamo avuto mai un servizio regolare".
L'autista: "Mezzi fatiscenti da mesi, senza benzina. Noi lavoratori indebitati"
Per ora non ci sono risposte alle domande di questo padre. Solo un affresco di una situazione degradante, disegnato da Maria Rossi che, oltre ad essere madre di un ragazzo autistico, è un'autista della azienda in crisi Tundo spa. "Dalla fine dello scorso anno scolastico – racconta – i mezzi non sono stati neanche più sanificati. E non solo: estintori scaduti, pedane non funzionanti, ruote lisce, mezzi non frenanti. Quindi è diventato un problema di viabilità e di sicurezza, sia per i lavoratori e soprattutto per gli utenti. Addirittura, ultimamente non avevamo neanche il carburante per i mezzi, rimanevamo fermi per strada senza benzina. Ci è toccato a volte anticipare di anticipare i soldi per il carburante per poter finire il giro". Uno scenario difficile anche solo da immaginare. Eppure, l'anno scolastico, a Roma, è iniziato così. E non solo soltanto i ragazzi disabili a soffrire della crisi dell'azienda. Maria illustra anche la condizione dei lavoratori: "I miei colleghi sono arrivati a un punto da non poter più pagare le bolletta, da non poter più portare la spesa a casa. Si sono indebitati. C'è chi si è venduto la macchina, chi ha chiesto i soldi al vicino di casa. Nella Costituzione c'è il diritto al lavoro, all'istruzione e alle cure. C'è l'integrazione sociale. Questi diritti fondamentali sono stati calpestati".