A Roma la carbonara si mangia anche con l’oro 24 carati: dove e quanto costa
Ottimi ingredienti, tecnica di livello. A Roma e dintorni ognuno ha il suo modo di cucinare la carbonara, che sia a casa o in trattoria. Da gustare in compagnia di amici o in solitudine. Una pietanza che nasce come piatto povero, ma che da decenni viene rivisitato con ingredienti e passaggi diversi. E c'è anche chi per dare alla pasta con la carbonara tutto un altro valore ci mette l'oro. È il caso di Allegrìo, ristorante pizzeria che si trova in via Veneto, che guarnisce i piatti di Carbonara My Way con oro 24 carati.
"Volevo valorizzare uno dei piatti iconici della cucina romana – spiega a Fanpage.it l'Executive Chef Daniele Creti – Sono partito dalla materia prima scelta con cura, ho aggiunto la tecnica e, per rendere unica la nostra carbonara, l'oro. Non soltanto nel servizio, con posate, piatto e macina pepe dorati, ma anche sulla pasta, guarnita con polvere d'oro".
Carbonara My Way: gli ingredienti e quanto costa
"Uova da allevamento brado di galline livornesi del Frusinate, guanciale, pecorino a basso contenuto di sale, parmigiano reggiano 48 mesi che garantisce alla nostra carbonara di essere priva di lattosio, pepe nero macinato fresco e pasta asciugata da un pastificio artigianale: sono questi i nostri ingredienti di prima scelta", spiega a Fanpage.it Creti.
"Dopo aver pastorizzato la carbocrema per garantire un prodotto sicuro al 100% e per far sciogliere alla giusta temperatura i grassi dei formaggi e le proteine delle uova, l'impegno è tutto nel servizio con posate, piatto e macinapepe dorati – continua – Abbiamo ripreso quello che una volta era il servizio al gueridon rendendolo unico e affascinante: mantechiamo la carbonara in fiamma davanti al clienti. Poi spargiamo dell'oro 24 carati sopra, per dare un tocco scenico". La Carbonara My Way è per due persone, con porzione da 130 grammi ciascuna, e costa 45 euro.
Perché proprio la carbonara
Un piatto povero che diventa ricco, servito con l'oro. Ma perché proprio la carbonara? "È un piatto strettamente legato alla mia infanzia culinaria", continua a spiegare.
"Quando ho imparato a cucinare i classici romani, nei giorni di riposo, mi allenavo anche a casa. Facevo sempre la carbonara per farla assaggiare a mio padre, il critico per eccellenza quando si trattava di pasta, specialmente di primi romani – ricorda lo chef – Anche se lui era di origine pugliese, da ragazzo adorava andare a mangiare nelle trattorie del centro di Roma: paragonava sempre i miei piatti con i sapori autentici della tradizione capitolina".