A Roma il lavoro è precario, lo studio della Cgil: un contratto su due dura soltanto un giorno
Nel Lazio, ma soprattutto a Roma, il lavoro è sempre più precario. Negli ultimi anni il saldo tra contratti attivati e cessati è positivo, ma soltanto grazie ai contratti a tempo determinato. Il rapporto tra determinati e indeterminati mette in evidenza un progressivo assottigliamento del lavoro stabile: i nuovi tempi indeterminati sono il 9% nel Lazio, l’8% su Roma, il 15% nella Città Metropolitana di Roma, il 16% a Frosinone, il 7% a Latina, il 15% Rieti e il 10% a Viterbo.
E non solo il lavoro è precario, sottolinea un report della Cgil di Roma e del Lazio. Ma negli ultimi anni si registra un avanzamento dei contratti di durata breve o brevissima rispetto a quelli, seppur a termine, di maggiore durata. Questo è evidente soprattutto nella città di Roma, dove il 48 per cento dei contratti attivati, nello specifico 694.363, dura un solo giorno. Nel resto del Lazio le percentuali vanno dal 4 al 10 per cento, al di sotto della media nazionale del 12,6 per cento. Ad aver lavorato con un contratto di un solo giorno sono stati 109mila lavoratori, di cui addirittura 99mila su Roma.
Con un così alto tasso di contratti a termine e per di più di durata brevissima, ne deriva che la causa principale dell'interruzione deii contratti di lavoro a Roma sia la scadenza stessa del contratto, invece che licenziamenti o dimissioni volontarie.
Secondo il segretario della Cgil di Roma e del Lazio, Natale Di Cola, "il lavoro è da codice rosso nel Lazio, come la sanità. La precarietà continua a crescere anno dopo anno a causa delle leggi nazionali sbagliate, ma anche per l’immobilismo delle amministrazioni territoriali, delle forze politiche e di troppe imprese che pensano solo ai profitti. Ci mobiliteremo a tutti i livelli perché è inaccettabile e inspiegabile che nel Lazio, definito da molti la locomotiva del Paese, il lavoro è sempre più povero e iperprecario e che lo è soprattutto a Roma. Abbiamo davanti il Pnrr e il Giubileo per cambiare tutto questo. Servono scelte coraggiose per uscire dalla stagnazione e da un modello di sviluppo che non funziona".
Secondo lo studio della Cgil, "a Roma e nel Lazio c’è un’emergenza che riguarda il lavoro che si chiama precarietà, che prosegue da tempo ed è stata alimentata da scelte sbagliate dei diversi Governi nazionali che hanno sfavorito il lavoro stabile. Il risultato è che Roma e il Lazio, sia in periodi di contrazione economica che di crescita, vedono aumentare solo il lavoro precario e di brevissima durata. Al fianco di un cambio della normativa nazionale che rimetta al centro il lavoro stabile come forma principale di lavoro, serve l’impegno delle istituzioni del territorio per colmare quei gap che rendono Roma la Capitale della precarietà".