video suggerito
video suggerito

A Roma i manifesti di Lucha y Siesta contro i femminicidi: “In 90 giorni uccise 19 donne”

Nella notte tra martedì  20 e mercoledì 21 aprile centinaia di manifesti contro la violenza sulle donne hanno illuminato le fermate Atac di Roma:”19 femminicidi in 90 giorni”. Sono i Luchasegnale della Casa delle Donne Lucha Y Siesta. Affianco al manifesti c’è un Qr code che riporta all’ultimo drammatico bilancio Istat sui femminicidi.
A cura di Paola Palazzo
49 CONDIVISIONI
Immagine

Nella notte tra martedì  20 e mercoledì 21 aprile centinaia di manifesti hanno illuminato le fermate Atac di Roma:"19 femminicidi in 90 giorni". Sono i "Luchasegnale" della Casa delle Donne Lucha Y Siesta che già lo scorso dicembre erano comparsi per le strade della città per protestare contro la violenza di genere. Oggi sono tornati a illuminare la Capitale per parlare di femminicidi che "aumentano così in fretta da rendere velocemente superato ogni dato”, così come si legge sulla pagina Facebook di Lucha y Siesta. Le attiviste lanciano un chiaro allarme: "mentre il numero totale degli omicidi continua a calare, anno dopo anno, quello dei femminicidi aumenta, giorno dopo giorno".  

Immagine

"In Italia manca un Osservatorio nazionale sul femminicidio"

Affianco ai manifesti, le attiviste di Lucha y Siesta hanno affisso un Qr code che se inquadrato con la telecamera del proprio smartphone riporta all'ultimo drammatico bilancio Istat: "Durante i primi sei mesi del 2020, il 45% degli omicidi sono stati femminicidi, con un incremento del 10% rispetto al 2019. Nei due mesi di lockdown più duro – aprile e maggio- la percentuale di donne uccise ha raggiunto il 50% sul totale degli omicidi: il 90% degli assassini sono membri della famiglia; il 61% sono partner o ex partner. Sempre più donne, quindi, sono uccise nelle relazioni cosiddette affettive. Non è possibile affrontare questa situazione nell’ottica dell’emergenza: è necessario riconoscere e contrastare il carattere sistemico della violenza, che attraversa tutti gli ambiti delle nostre vite. Ci vogliamo vive. Ci vogliamo libere” . Ma sono statistiche incomplete, i cui dati dovrebbero essere raccolti in un sistema specifico che, come sottolineato dalle stesse attiviste di Lucha y Siesta, in Italia non esiste. "Non abbiamo un organismo che tenga il conto del numero di femminicidi – spiega ai microfoni di Fanpage.it Simona Ammerata di Lucha y Siesta – anche l'Istat ha difficoltà nel recupero di questi dati. Solitamente questo compito è lasciato nelle mani di attiviste, dei centri antiviolenza e dei giornali. Per non parlare di tutte quelle donne che subiscono violenza e si rivolgono agli ospedali o alle forze dell'ordine. Questi dati non li ha nessuno. Quello che si dovrebbe fare è creare un osservatorio nazionale che aggreghi i dati dei tribunali, dei presidi socio-sanitari, dei nosocomi e dei centri antiviolenza. Solo così avremmo una visone complessiva del fenomeno".

49 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views