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A Roma è di nuovo emergenza rifiuti. E i mega cassonetti Ama alle Torri sono un fallimento

I cassonetti sono stracolmi in diversi quartieri della Capitale e, soprattutto, i rifiuti abbandonati a terra sono tantissimi. La situazione è fuori controllo soprattutto al Municipio VI, quello delle Torri.
A cura di Enrico Tata
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A Roma è di nuovo emergenza rifiuti. I cassonetti sono stracolmi in diversi quartieri della Capitale e, soprattutto, i rifiuti abbandonati a terra sono tantissimi. La situazione è fuori controllo soprattutto al Municipio VI, quello delle Torri. Una discarica a cielo aperto, con mobili e rottami lasciati sulla strada, come se nulla fosse: così (foto in alto) si presentano i mega cassonetti installati da Ama a Tor Bella Monaca. Presentati come una rivoluzione, dovevano servire, data la loro grandezza, proprio ad evitare che i rifiuti venissero abbandonati accanto ai secchioni. E invece, almeno per ora, sono un fallimento.

Il presidente del Municipio VI, Nicola Franco, centrodestra, ha dichiarato di aver scritto al prefetto un appello lo scorso 27 giugno per informarlo della situazione relativa ai rifiuti. "In prossimità dei cassonetti si sono formate discariche talmente grandi che hanno invaso marciapiedi e strade. Il prefetto mi ha risposto tempestivamente e sono stato convocato per partecipare al comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica che si terra' giovedì a via IV novembre alle 9:30", ha detto il presidente Franco, intervenuto nel programma Gli Inascoltabili in onda sull'emittente radiofonica New Sound Level fm90.

"Per preparami a questa audizione, ho convocato un'assemblea pubblica alle 19 di domani nell'aula consiliare del municipio per raccogliere le istanze dei cittadini. Giovedì rappresenterò la situazione da terzo mondo che abbiamo nel nostro territorio con un report puntuale, anche fotografico, strada per strada", ha aggiunto Franco.

Intanto continuano le proteste contro il termovalorizzatore di Roma, che dovrebbe essere realizzato a Santa Palomba. Per domani il Tar del Lazio ha fissato un'udienza in merito a cinque ricorsi presentati per dire no all'impianto. Il ricorso, spiega l'associazione Forumambientalista, può salvare la città di Roma da un errore in grado di rovinare un territorio di pregio per sempre. Ricordiamo infatti che questo tipo di impianti non sono finanziabili con risorse comunitarie perché producono
un danno significativo all’ambiente e, inoltre, dal 2028 saranno disincentivati anche dal sistema per lo scambio delle quote di emissione dell'Unione Europea (ETS), in base al quale i Romani dovranno pagare per le emissioni di CO2 prodotte, invece di essere pagati per le materie prime differenziate. Il risultato a livello europeo è una progressiva riduzione di questo tipo di impianti, gradualmente sostituiti da impianti di riciclo".

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