video suggerito
video suggerito

A Roma ci sono tre topi per ogni abitante: “Rischio per la salute, ma la soluzione non è il veleno”

Il caldo delle ultime settimane e la ricorrente emergenza rifiuti contribuiscono a peggiorare la situazione nella Capitale. La denuncia delle associazioni animaliste: “Il veleno è pericoloso per persone e animali domestici, l’unica risposta è la sterilizzazione con appositi mangimi”.
85 CONDIVISIONI
Immagine

Tre topi ogni abitante di Roma: sono questi i numeri forniti dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) che descrivono il rapporto tra roditori e cittadini per le strade della Capitale. “Almeno dieci milioni di esemplari tra topi e ratti sono presenti a Roma e questo comporta rischi di natura igienico-sanitaria per esseri umani ed animali domestici”, l’appello di SIMA. Il caldo rovente di queste ultime settimane e i ricorrenti problemi nella gestione e raccolta dei rifiuti non fanno che amplificare questo problema, poiché contribuiscono alla creazione di un ambiente favorevole alla proliferazione dei topi.

La denuncia delle associazioni animaliste

Questa problematica situazione viene da anni evidenziata dalle associazioni animaliste, come Earth, che denunciano l’inefficacia dei sistemi messi in atto finora per arginare la rapida diffusione di questi animali. Secondo quanto sostenuto dalla presidente nazionale dell’associazione, Valentina Coppola, “Le forme di derattizzazione attualmente praticate si rivelano inefficaci poiché topi e ratti nel momento in cui si rendono conto della diminuzione dell'entità numerica della colonia divengono istintivamente più fecondi e, quindi, riproducendosi a dismisura, paradossalmente incrementano la loro popolazione”. Si tratterebbe quindi di sforzi vani, di “cattiveria” parzialmente ingiustificata nei confronti di questi esemplari e anche di un vero e proprio spreco economico, vista l’inutilità dell’azione. L’unica soluzione percorribile per raggiungere un cambiamento reale, per la presidente di Earth, sarebbe quella di sterilizzare le colonie di topi presenti: “La risposta più efficace e civile va rinvenuta nella sterilizzazione non chirurgica di questi animali attraverso il ricorso a mangime medicato. Un piano già attuato efficacemente nel nord Italia per il contenimento delle nutrie. In pratica, vengono disseminati invece che veleni, mangimi medicati che, una volta ingeriti dai topi, li renderanno infertili”.

Dura la critica dell’associazione nei confronti dei metodi attualmente utilizzati per “risolvere” la questione: l’utilizzo di veleni, come avviene oggigiorno, causa un’atroce sofferenza nei topi e nei ratti. Non si tratta solo di un dilemma sul piano “morale”, che può creare una spaccatura all’interno dell’opinione pubblica, ma anche di un oggettivo rischio per la salute collettiva di uomini e animali domestici: “I veleni, una volta ingeriti, provocano emorragie interne e una lunga agonia. I ratti avvelenati in questo modo possono venire mangiati da gazze, gabbiani, gatti e altri animali, causando così l'avvelenamento anche di questi ultimi”.

“È ora di cambiare registro e attuare metodiche più civili ed al contempo più efficaci”, l’appello che Coppola rivolge alla politica.

85 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views