A processo tre medici per la morte di Valeria Fioravanti, scambiarono una meningite per mal di testa
Tre medici sono stati rinviati a giudizio con l'accusa di omicidio colposo per la morte di Valeria Fioravanti, deceduta nel 2023 per una meningite scambiata per un semplice mal di testa. L'udienza del processo è stata fissata per il prossimo 16 settembre 2025.
"Siamo soddisfatti, Valeria ci manca come l'aria, siamo fiduciosi per il corso della legge, i magistrati stanno lavorando con molta cura senza tralasciare niente. È evidente l'errore che è stato fatto dai medici, Valeria non è stata messa sotto osservazione. Non hanno provato a curarla, le hanno dato un antidolorifico, non ci sono parole, una ragazza che viene al pronto soccorso per quattro volte, sempre in condizioni peggiori, ogni volta le hanno cambiato cura, in 15 giorni sono riusciti ad ucciderla", hanno commentato i genitori della ragazza.
Valeria Fioravanti, morta per una meningite non diagnosticata
Il calvario di Valeria Fioravanti inizia dopo un'operazione effettuata al Campus Biomedico di Roma per la rimozione di una piccola cisti sotto l'ascella. A causa di un fortissimo mal di testa, la giovane si rivolge al pronto soccorso del policlinico Casilino. Un medico le prescrive un potente antidolorifico, il Toradol, ma il dolore non accenna a diminuire. Anzi, secondo le perizie sarebbe stato proprio questo farmaco a mascherare altri sintomi e a rendere difficile la diagnosi della meningite.
Valeria decide di andare all'ospedale San Giovanni. Ha una "cefalea retronucale, dolore lombare irradiato a entrambi gli arti inferiori". In questo caso il medico la sottopone a un elettrocardiogramma, che non fa emergere alcuna novità. Un terzo medico decide anch'egli di non approfondire e tutti i sanitari orientano la loro diagnosi verso una "lombosciatalgia resistente alla terapia antalgica". Dopo pochi giorni Valeria torna ancora una volta al pronto soccorso e i medici intuiscono finalmente che i dolori possano essere causati da una meningite batterica.
È ormai troppo tardi. La ragazza viene ricoverata in terapia intensiva al Policlinico Gemelli, dove entra in coma. Dopo qualche giorno viene dichiarata morta e i genitori si rivolgono a un legale insieme al quale presentano una denuncia. Oggi il gup del tribunale di Roma ha disposto il rinvio a giudizio dei tre medici che l'hanno visitata.