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A processo Luca Richeldi, primario del Gemelli: è accusato di violenza sessuale

Luca Richeldi è stato rinviato a giudizio: è accusato di aver abusato sessualmente di una sua paziente durante una visita medica. La prima udienza si terrà il 3 giugno 2025. La difesa del professore: “La richiesta di patteggiamento era congrua: si sta dando alla vicenda una dimensione mediatica diversa da quella giudiziaria”.
A cura di Natascia Grbic
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Luca Richeldi, primario del Gemelli
Luca Richeldi, primario del Gemelli

Luca Richeldi, primario di pneumologia del Policlinico Gemelli di Roma, è stato rinviato a giudizio con l'accusa di violenza sessuale. Lo ha deciso il giudice per l'udienza preliminare, che nei giorni scorsi aveva respinto già due richieste di patteggiamento avanzate dai difensori del medico. La prima udienza si terrà il 3 giugno 2025. Il presidente del Tribunale non ha inoltre accolto la richiesta di astensione del gup avanzata dai difensori del medico. "Riteniamo che oggi sia stato compiuto un passo importante che dimostra che le donne non devono avere paura di denunciare – ha dichiarato l'avvocata della vittima, Ilenia Guerrieri – Bisogna superare l'atteggiamento per cui la donna che denuncia prima non viene creduta e poi viene giudicata. Dopodiché ci sarà un tribunale che stabilirà o meno la fondatezza delle accuse, come è giusto che sia".

In aula era presente anche la donna che ha denunciato il primario e che per due volte si è opposta alla richiesta di patteggiamento. "Non bisogna avere paura di denunciare, chiunque si abbia di fronte", ha dichiarato.

La donna ha dichiarato di essere stata abusata dal medico durante una visita. In seguito ha dovuto seguire un percorso con uno psicologo per superare il trauma di quanto avvenuto. "In quel momento non sono stata in grado di reagire – aveva dichiarato la donna a Fanpage.it – Mi sono bloccata completamente. Ora sto seguendo un percorso con una psicologa, mi è servito del tempo per denunciare. Per fortuna la legge consente alle vittime di violenza di avere un anno di tempo, ci vuole tutto per metabolizzare molestie e violenze sessuali".

La difesa di Richeldi: "No a condanne mediatiche"

"Mi pare si sia deciso di dare a questa vicenda per via mediatica una dimensione diversa da quella che le è propria sul piano giudiziario – ha dichiarato l'avvocato Carlo Bolzano, difensore del professor Richeldi – Non a caso, molti dimenticano che la richiesta di patteggiamento aveva trovato la piena condivisione da parte della Procura, che aveva manifestato incondizionato consenso dapprima alla richiesta scritta e poi in udienza, peraltro per il tramite di magistrati diversi, i quali hanno tutti espressamente condiviso la congruità della proposta: evidentemente essa non era così stravagante come molti si affannano ad affermare. La stravaganza, viceversa, mi pare si annidi nel sottolineare come non vi sia stata assunzione di responsabilità e conseguentemente non siano state formalizzate delle scuse: peccato che il patteggiamento sia stato concepito senza alcuna ammissione di responsabilità, sicché – peraltro in spregio alla presunzione di innocenza che tutti invocano per se, ma pochi riconoscono al prossimo – si pretende qualcosa che è incompatibile con la legge prima ancora che con la ferma presa di distanza da parte del prof Richeldi rispetto ai fatti addebitatigli. Per parte nostra, quindi, non possiamo fare altro che prendere atto della conclusione della fase dell'udienza preliminare e prepararci finalmente alla celebrazione del processo davanti al tribunale, nella certezza che in quella sede potrà esserci un contraddittorio serio e rigoroso ed il fatto sarà giudicato nella sua obiettività. Sta di fatto che vi è un unico dato certo ed inconfutabile: il giudizio deve ancora iniziare, inizierà il 3 giugno 2025. Almeno per quanti credono nella giustizia, è davvero troppo presto per pronunciare condanne mediatiche".

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