A processo il rapper Paky, al concerto ha urlato: “Chi non salta è un carabiniere pezzo di m…”
"Voglio dire solo una cosa: chi non salta adesso è un cazzo di carabiniere pezzo di m…", aveva detto un anno fa il rapper Paky dal palco dell'Explosive Festival di Latina. E per queste parole è stato prima querelato e poi rinviato a giudizio. Il 18 dicembre 2025 dovrà difendersi davanti al giudice del tribunale di Latina.
A denunciare il rapper, all'anagrafe Vincenzo Mattera, è stato il Sim Carabinieri, Sindacato italiano militari carabinieri. L'accusa è di diffamazione aggravata, proprio per le parole pronunciate nel corso dell'esibizione, durante la quale ha esortato il pubblico a saltare dopo aver rivolto insulti nei confronti dei militari. All'indomani del concerto, il Sim ha deciso di presentare una denuncia, "incaricando l’avvocato Antonello Madeo di tutelare l’immagine e la dignità degli appartenenti all'Arma, ingiustamente dileggiati dal palco". Il sindacato informa che si costituirà parte civile al processo e in caso di risarcimento devolverà l'intera somma a un'associazione benefica.
"Per il Sim Carabinieri è un risultato storico, poiché è la prima volta che viene riconosciuto il diritto di un sindacato militare a tutelare penalmente la reputazione dei Carabinieri, che costituiscono il cosiddetto patrimonio morale dell'ente. Ci auguriamo che questa vicenda possa fungere da deterrente nei confronti di quanti strumentalizzano la propria posizione privilegiata per alimentare il clima di odio e diffidenza nei confronti delle forze dell'ordine", ha spiegato il segretario generale Antonio Serpi.
Ad accusare il 24enne rapper napoletano all'epoca era stato anche il coordinatore locale di Fratelli d'Italia e senatore Nicola Calandrini.“Quanto pronunciato dal cantante Paki, durante la sua esibizione all’Explosive Festival che si è tenuto giovedì allo stadio Francioni di Latina è molto grave e non è in alcun modo giustificabile. Voglio esprimere la mia piena solidarietà alle donne e agli uomini delle forze dell’ordine e dell’Arma dei Carabinieri e prendere, come rappresentante delle istituzioni, le distanze da quella frase intrisa d’odio e in alcun modo ironica o divertente”.