A Centocelle musulmani e cattolici condividono il pasto di fine Ramadan: “Insieme per la pace”
"Una grande cena in piazza, come segno di amore, fratellanza e condivisione". Sabato scorso Piazza San Felice da Cantalice a Centocelle è stata animata da decine di persone, tra musulmani e cattolici, che si sono riuniti per spezzare il digiuno islamico nell'ultimo venerdì di Ramadan e mangiare insieme. I tavoli sono stati allestiti sul sagrato dalla parrocchia, tutt'intorno un andirivieni di giovani emozionati e indaffarati nei preparativi. Un manifesto spiega l'intento dell'iniziativa, che si ripete da anni, come un appuntamento consolidato nel quartiere: "Iftar della fratellanza, parrocchia e moschea insieme per un mondo più felice", sopra la scritta con i palloncini dorati Ramadan Mubarak, l'augurio che significa "Ramadan benedetto", dietro la croce.
Imam e frate insieme: "Costruiamo la pace"
Tra gli organizzatori dell'evento la direttrice amministrativa della moschea Al-Huda Zeinab Ismail, l'unica donna in Italia ed Europa a presidere il consiglio di amministrazione di una moschea, e l'Imam Mohamed Ben Mohammed. Presenti diversi rappresentati delle comunità arabe in Italia, del Comune di Roma e dell'Università La Sapienza. "L'obiettivo di questo Iftar della fratellanza è l'incontro, un passo in avanti per la costruzione di una società pacifica in cui ci sono amore, fiducia e amicizia, valori che ci uniscono – dice l'Imam – In occasione di questa bellissima iniziativa che ci vede trascorrere del tempo insieme, vorrei ricordare che ci sono dei nostri fratelli abitanti di Gaza, che non hanno cibo, bambini che muoiono di fame e di sete. È un grande dolore. Ritrovandoci insieme stiamo facendo un piccolo passo per un mondo migliore, dove tutti si amano. Siete i benvenuti".
Frate Mario ha ricambiato con gioia: "Una delle idee più belle di parrocchia è quella di casa accogliente. Pensando a questa cena, che chiude la giornata di digiuno, si capisce che la pace si costruisce partendo proprio da questo, con fratellanza e condivisione. Il digiuno, anche per noi cristiani, non è solo in funzione della compassione e dell'aiuto degli altri, ma anche come svuotamento di se stessi. Penso che questo sia un primo passo per costruire fraternità e pace. Quando si mettono da parte le proprie ragioni, il proprio orgoglio e il proprio sentirsi migliore degli altri per riaprire le vie della pace, che siamo chiamati a costruire con ogni mezzo. Aiutiamoci gli uni con gli altri".
Una grande cena con tanti giovani come incontro tra culture
L'aspetto più interessante dell'iniziativa è stata la presenza dei giovani, ragazzi e ragazze della nuova generazione della comunità musulmana di Roma, che hanno coinvolto i loro amici e compagni di scuola, facendogli conoscere da vicino le usanze della cultura araba. Successivamente c'è stato il richiamo alla preghiera maghrib. Il digiuno è stato spezzato, come da tradizione, con datteri ed acqua, poi i giovani hanno servito la cena a base di riso, carne, verdure, polpette, zuppa e dolci.
"Centocelle è un esempio di quartiere sano"
La consigliera Elena Antinozzi del Municipio V guidato da Mauro Caliste, ha definito quella di sabato sera "una bellissima inziativa. Solamente con la tolleranza e la conoscenza delle culture si può arrivare alla pace. Centocelle è un esempio di quartiere sano, in cui ci sono inclusione e partecipazione. Condividiamo la sofferenza del popolo palestinese, l'augurio è che la guerra finisca presto".