Sparatoria a Fidene

Strage di Fidene, Claudio Campiti condannato all’ergastolo: ha ucciso quattro donne

Claudio Campiti, l’uomo che l’11 dicembre 2022 ha ucciso quattro donne a Fidene, è stato condannato all’ergastolo. La difesa aveva chiesto l’assoluzione per vizio totale di mente.
A cura di Natascia Grbic
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Claudio Campiti è stato condannato all'ergastolo. La decisione dei giudici della prima Corte d'Assise è arrivata nel pomeriggio di oggi, mercoledì 16 aprile, a più di due anni di distanza dai fatti. L'uomo, che l'11 dicembre 2022 tolse la vita a quattro donne, dovrà scontare una lunga pena. Ai giudici aveva chiesto di essere assolto. L'allora presidente della Sezione Tiro a Segno Nazionale di Roma è stato condannato a tre mesi con pena sospesa per omessa custodia dell'arma, mentre è stato assolto il dipendente addetto all'armeria del poligono di tiro di Tor di Quinto.

Le richieste della procura

"Claudio Campiti l'11 dicembre 2022 ha distrutto vite e ne ha cambiate altre per sempre, quelle di figli che non hanno più la madre, l'ergastolo qui ce l'hanno i familiari delle vittime", hanno dichiarato le parti civili, che si erano accodate alla procura nella richiesta d'ergastolo. Il difensore di Campiti aveva chiesto la non punibilità per tutti i reati per vizio totale di mente o, in subordine, di riconoscere "l'attenuante del vizio parziale di mente e le circostanze attenuanti generiche, da ritenersi prevalenti rispetto alle circostanze aggravanti contestate nei diversi capi di imputazione". La procura aveva chiesto una condanna a quattro anni e un mese per l'allora presidente del Sezione Tiro a Segno Nazionale di Roma, e due anni per un dipendente addetto all'armeria del poligono di Tor di Quinto, da cui era stata sottratta l'arma usata per la strage. Già in passato erano state rubate delle pistole dal poligono, una volta per compiere una rapina, un altra per un suicidio.

Le reazioni: "Mancano i responsabili civili"

"È giusto che chi ha agito materialmente abbia una giusta sentenza, una giusta pena – spiega Giulio a Simona Berterame per Fanpage.it – Però devo ammettere che, pur seguendo con molta attenzione tutto il processo, non sono riuscito a leggere ugualmente tutte le colpe ben individuate all'interno del quadro di responsabilità. Io non credo si sia mosso da solo", ha spiegato una volta letta la sentenza.

"Nella sentenza sono stati esclusi tre su quattro dei responsabili civili: Ministero della Difesa, Ministero dell'Interno e Unione Italiana Tiro a Segno. L'unico che resta, invece, è il Tiro a Segno Nazionale, legato alla responsabilità del suo presidente che non ha correttamente organizzato il poligono – spiega a tal proposito l'avvocato Innocenzi – Dovremmo aspettare e leggere la sentenza fra 90 giorni per capire quale sia stato il ragionamento della Corte. Non dimentichiamo che c'è una Corte d'appello, c'è un c'è una possibilità di transitare in sede civile ogni tipo di azione in questo caso".

Il commento dei sopravvissuti alla strage di Fidene: "Siamo delusi"

"Per noi è stata una giustizia a metà. Per quanto riguarda Campiti, anzi è stato aumentato anche l'isolamento rispetto alla richiesta di condanna. Però per quanto riguarda il resto siamo proprio delusi perché così non ti fanno credere proprio più alle istituzioni. Eravamo convinti che almeno il Ministero degli Interni venisse condannato – spiega Giovanni, uno dei sopravvissuti alla strage di Fidene a Fanpage.it – Tutti l'abbiamo visto durante queste 30-31 udienze che ci sono state. Io mi auguro che almeno le istituzioni, adesso almeno intervengono quanto prima per riconoscere una persona quello che ha fatto. Ce l'aspettiamo proprio velocemente".

Gli fa eco Emilio. Anche lui si trovava nella riunione del consorzio, quella tragica mattina di metà dicembre. "C'è tanta delusione. E questa era la mia paura. Ma visto l'andamento delle udienze, pensavo di non dover vivere questo questa realtà – sottolinea Emilio – Mi porto dentro una sfiducia ormai radicata nello Stato, la convinzione più certa che se un domani dovesse aver bisogno di qualcuno non ne andrei dalla polizia, perché se poi la polizia si difende in questo modo non è un mio alleato. Io come cittadino italiano mi vergogno", si rammarica.

"L'ergastolo di Campiti era quasi scontato perché penso che una persona che filmata, quindi senza bisogno di essere diciamo, identificato ha ucciso quattro persone, penso che il minimo che che ti puoi aspettare è quello che gli hanno dato – aggiunge ancora – Ma negli anni, dal 2010, ci sono state almeno 20 denunce fatte tra ministeri, procure, polizia, Carabinieri, istituzioni. Ci aspettavamo che qualcuno ne rispondesse. E invece no: oltre a non fare nulla si dicono pure non responsabili. E questa la cosa che emerge oggi e secondo me è preoccupante, no? Lo Stato è quella cosa che ci dovrebbe aiutare, coinvolgere, rappresentare e e lo Stato invece è stato questo. E ha detto che chi ci rappresenta non è responsabile".

Campiti: "Non ho ucciso per futili motivi"

Questa mattina, prima della sentenza, Claudio Campiti ha preso nuovamente la parola. "Non ho ucciso per futili motivi", ha dichiarato. "Io personalmente non sono contento per le persone decedute e non sono contento di essere detenuto" ha poi aggiunto. "Non sono contento di aver vissuto per anni in una casa senz'acqua. Chiedo l'assoluzione, che questo processo abbia un valore sociale. Se per chi commette una rapina c'è sempre una condanna, lo stesso non è per l'omicidio, perché esiste anche la legittima difesa. Ma anche se sarò assolto lascerò quest'aula perché non c'è niente da festeggiare, e questa è una storia molto triste". I familiari delle vittime sono usciti dall'aula per non ascoltare i vaneggiamenti dell'uomo.

La strage di Fidene

Claudio Campiti ha ucciso quattro donne l'11 dicembre 2022, Nicoletta Golisano, Elisabetta Silenzi, Sabina Sperandio e Fabiana De Angelis. L'uomo è prima andato al poligono di Tor di Quinto, dove ha preso una pistola, e si è poi diretto al bar ‘Il posto giusto' a via Monte Giberto, nel cui gazebo era in corso una riunione del consorzio Valleverde, un comprensorio di case sul lago del Turano. Campiti, in guerra da anni col consorzio, ha fatto fuoco, uccidendo quattro donne. Non si è mai pentito, e ha sempre detto di aver sparato per un torto subito e per legittima difesa. L'uomo si è poi scoperto che gestiva un blog delirante contro il consorzio Valleverde, nel quale aveva acquistato all'asta lo scheletro di una casa che non era mai stata terminata. Qui viveva in condizioni terribili, senza acqua né luce, e pianificava la sua vendetta. Che si è concretizzata nel peggiore dei modi l'11 dicembre del 2022.

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