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Francesca Mannocchi sulla sanità pubblica: “Costretta al privato”. E la Regione Lazio risponde

“La prima risonanza disponibile è a luglio 2025 a Frosinone, prima in un’altra provincia ma a 90 chilometri di distanza”, la denuncia sui social di Francesca Mannocchi. Il governatore del Lazio Rocca: “Sinceramente dispiaciuto, liste d’attesa sono la priorità assoluta”.
A cura di Beatrice Tominic
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A destra Francesco Rocca e a sinistra Francesca Manocchi.
A destra Francesco Rocca e a sinistra Francesca Manocchi.

Esami, analisi, controlli e accertamenti sanitari a Roma sono possibili soltanto se paghi. È quanto dichiarato da Francesca Mannocchi con un post di denuncia su Instagram nelle scorse ore. "Per la Sclerosi Multipla ogni sei mesi devo fare la mia terapia di Ocrelizumab. E ogni sei mesi devo ripetere una lunga serie di analisi e la risonanza magnetica per vedere se questa stronza di malattia è ferma oppure no", ha fatto sapere, correlando il racconto da un'immagine con il documento degli esami da svolgere e la sua tessera sanitaria (foto in basso).

Ma le linee sono intasate, la richiesta spesso è quella di chiamare in un altro momento. Quando è finalmente riuscita a mettersi in contatto con il centralino, la risposta non è stata quella che si aspettava: "La prima risonanza magnetica disponibile è a luglio 2025 a Frosinone, in un'altra provincia, a 90 chilometri da casa mia – scrive sui social – Per le due strutture dove di solito faccio le risonanze non c'è proprio disponibilità e non si sa per quanto".

Non ha tardato ad arrivare la reazione del governatore della Regione Lazio, Francesco Rocca: "Sono sinceramente dispiaciuto per Mannocchi, il tema delle liste d'attesa non è solo al centro della mia agenda: è una priorità assoluta", ha fatto sapere in una nota.

La denuncia su Instagram di Francesca Mannocchi

"Dunque, siccome pago le tasse e vivo in un paese in cui le cure sono garantite a tutti per Costituzione, mi avvalgo dei mezzi a disposizione della me-cittadina e chiamo il CUP della mia regione per avere un appuntamento, la cui spesa dovrebbe essere coperta dallo Stato – ha scritto ancora la giornalista –
Per giorni il messaggio pre-registrato mi dice che le linee sono intasate e dunque suggerisce di richiamare in un altro momento".

Una volta appreso le disponibilità a luglio, troppo lontane nel tempo, ha provato a rivolgersi ai privati.
"Così ho chiamato la clinica dove ho fatto la prima risonanza magnetica e un po' delle successive, ho detto: Buongiorno, ho la sclerosi multipla, l'esenzione e blablabla. So che non c'è posto per noi malati che godiamo di un diritto (l'esenzione), ma se prenoto privatamente quanto costa e quando c'è posto? – ha scritto – Costa 680 euro e c'è posto dopodomani, mi hanno risposto con la cortesia che si riserva a chi paga. E quindi ho preso appuntamento. Perché ne ho bisogno, perché è urgente, perché ho la fortuna di potermelo permettere. È così che si demoliscono le democrazie".

La risposta della Regione Lazio: "Priorità assoluta"

Non ha tardato ad arrivare il commento del governatore della Regione Lazio Francesco Rocca. "Sono sinceramente dispiaciuto per quanto accaduto a Francesca Mannocchi, così come lo sono ogni volta che accade ad un nostro cittadino un problema simile. L'errore di comunicazione che ha determinato questo intollerabile inconveniente è stato immediatamente corretto – ha scritto in una nota – Il tema delle liste d’attesa non è solo al centro della mia agenda: è una priorità assoluta", ha sottolineato.

"Abbiamo raggiunto un livello di rispetto dei tempi che si avvicina al 96%, ma è proprio su quel 4% residuo che si concentra il mio impegno più profondo. Perché in quel 4% ci sono storie, persone, sofferenze. Non avrò pace finché la sanità pubblica del Lazio non garantirà a tutti, davvero a tutti, il diritto di essere curati senza sentirsi lasciati indietro".

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