Adesso anche la procura di Roma indaga sulla manifestazione pro Europa di piazza del Popolo

Non solo i magistrati della Corte dei Conti, ma ora anche i pm della procura di Roma stanno indagando sulla manifestazione pro Europa che si è tenuta a piazza del Popolo lo scorso 15 marzo. Lo riporta Il Fatto Quotidiano. Il 18 marzo la Lega e Forza Italia avevano annunciato la presentazione di un esposto alla Corte dei Conti chiedendo di verificare la correttezza nell’uso del denaro pubblico destinato all’allestimento della piazza. Stando a quanto si apprende, anche la procura si è attivata, aprendo un fascicolo a carico di ignoti e, per il momento, senza ipotesi di reato.
Nel frattempo, le opposizioni hanno chiesto un’Assemblea capitolina straordinaria per discutere della vicenda. I consiglieri di Fratelli d’Italia, della Lega, di Forza Italia, di Noi Moderati e anche Daniele Diaco del Movimento 5 Stelle hanno depositato questa mattina una richiesta congiunta per approfondire in Aula Giulio Cesare le spese sostenute da Roma Capitale per la manifestazione. Ai sensi dell’articolo 2 del regolamento comunale, spiegano i consiglieri di Fratelli d’Italia, hanno chiesto la convocazione di una seduta con all’ordine del giorno “Organizzazione e spese manifestazione piazza del Popolo, 15 marzo 2025”.
Il consigliere e capogruppo della Lega in Campidoglio, Fabrizio Santori, ha dichiarato di aver accolto "con attenzione la notizia dell'apertura di un'indagine da parte della Procura di Roma. Sebbene al momento l'indagine sia senza indagati e senza ipotesi di reato, ritengo fondamentale che si approfondiscano i numerosi aspetti oscuri legati a questa vicenda. Per questo ho depositato un dettagliato esposto integrativo che evidenzia, tra i punti chiave, il possibile favoritismo verso un gruppo editoriale privato; il mancato passaggio in Giunta e Assemblea Capitolina; la duplicazione sospetta degli appalti e il frazionamento delle spese e l'assenza del logo del Comune in un evento interamente pagato dai cittadini. Ci auguriamo che la magistratura possa fare piena luce su quanto accaduto".
Santori ha ricordato di essere in possesso del preventivo di Zetema per l'allestimento della manifestazione, "che corrisponde a 349mila euro circa di fondi pubblici utilizzati per questa manifestazione del 15 marzo, lanciata dal giornalista Serra, di ‘La Repubblica', -non c'era alcun simbolo del comune di Roma, di Zetema, presente sui vari gazebo, sul palco stesso, nella comunicazione istituzionale, preventiva alla manifestazione quindi di questi fondi pubblici non ne sapeva nulla nessuno: l'hanno mascherata, a vantaggio della società che dirige La Repubblica stessa, quindi un vantaggio per una situazione commerciale privata: è di questo che noi vogliamo parlare anche oggi in Campidoglio".
Proprio la Lega questa mattina ha organizzato una maratona oratoria davanti a Montecitorio. La deputata Simonetta Matone ha parlato di "utilizzo dissennato dei nostri soldi per un'attività non ascrivibile ai compiti istituzionali del comune di Roma. Vorrei chiedere alle anime belle a parti invertite cosa sarebbe accaduto se ci fosse stata una manifestazione pubblica pagata da tutti i cittadini con una caratterizzazione politica così netta, così definita, così unitaria nell'odio".
Parole, quelle di Matone, a cui ha risposto il deputato Claudio Mancini, Partito democratico: "Gli onorevoli Gasparri e Matone sono due vecchi arnesi della politica romana che da trent'anni si agitano per fare il sindaco di Roma senza riuscirci. Adesso schiumano rabbia e si scagliano contro il Campidoglio che ha promosso una manifestazione a sostegno dell'Europa. Hanno inventato un nuovo sport: fanno una denuncia in procura o alla Corte dei conti sapendo che aprire un'indagine è un atto dovuto, e a quel punto strepitano dicendo che è stata aperta un'indagine sul Campidoglio. In questo modo fanno tre comunicati stampa e un paio di interviste alla stampa amica, contenti delle loro temerarie denunce".
Pronta la controreplica di Matone: "Non conosco le origini professionali e culturali dell'onorevole Mancini, ma lo stile è senz'altro rozzo. La mia storia è un po' diversa dalla sua: 40 anni in magistratura, dalla quale – caso più unico, che raro – mi sono dimessa definitivamente. Quindi, per quello che mi riguarda, la definizione ‘vecchio arnese della politica' è del tutto impropria. Comunque posso capire il suo livore poiché sono stata eletta in una roccaforte del Pd dove aveva un forte radicamento e attese per un suo candidato. Lo sport di fare denunce in Procura mi sembra poi che sia invece esclusiva prerogativa della sinistra e i casi sono molteplici. La vicenda dei soldi pubblici spesi per una manifestazione di chiara matrice politica doveva passare sotto silenzio? Con il deputato Mancini non ho nulla di personale da rivendicare. Spero che sia lo stesso per lui, anche se qualche cattivo pensiero mi viene".