Prende a bastonate i sei figli piccoli, fra loro un bimbo con disabilità: condannato un militare

Violenze, urla, botte, minacce. Questo l'incubo che vivevano in casa sei bambini, di cui uno con disabilità e la loro mamma per colpa di un quarantasettenne militare dell'Esercito, padre degli uni e marito per l'altra, finito in tribunale con l'accusa di maltrattamenti. Urla e botte alla moglie, presa a morsi per essersi rifiutata di baciarlo. Ma la situazione non era diversa per i bambini, presi a schiaffi perché sorpresi a giocare in camera e a bastonate per aver finito un barattolo di Nutella.
Le bastonate e le violenze: cosa è successo
La relazione fra i due inizia nei primi anni duemila, nel 2008 è nato il primo figlio, l'ultimo nel 2019. Come riporta il Corriere della Sera, le prime violenze sono cominciate dopo il 2010. "Non sai fare la madre, sei un'irresponsabile", i primi insulti alla donna, davanti ai figli, nel 2015. Un episodio che avrebbe segnato un punto di non ritorno. L'uomo ha iniziato a pretendere che fossero i bambini a svolgere le faccende domestiche. In alternativa, per loro, le botte, spesso con un bastone.
Il primo a subire le violenze sarebbe stato il figlio più grande: preso a botte per un buco su una felpa nuova; preso a pugni per aver mangiato la Nutella. Durante una sera nel 2020 i ragazzini sono stati trovati in camera a giocare dopo che il padre glielo aveva vietato: anche stavolta a farne le spese sarebbe stato il figlio maggiore, preso a pugni sul volto.
I maltrattamenti alla moglie e la reazione dei figli
Ma non è soltanto il figlio maggiore e i suoi fratelli ad aver subito, secondo la ricostruzione, le angherie del padre. Una volta l'uomo è salito sul torace della moglie per obbligarla a dirgli che l'amava: è a quel punto che uno dei figli gli è saltato addosso per allontanarlo, in difesa della mamma. Per lui, però, sono scattate ancora una volta le botte. In un'altra circostanza, invece, l'uomo le avrebbe chiesto di sposarsi di nuovo, per ricominciare. Al rifiuto della donna, però, le avrebbe afferrato la testa così forte da provocarle un ematoma al labbro. Così la vicenda è finita nella quinta sezione tribunale e l'uomo è stato condannato a quattro anni e mezzo per maltrattamenti.