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Aggiornamenti sul caso Emanuela Orlandi

Emanuela Orlandi trasferita a Londra: “Potrebbe essersi trovata nella residenza vaticana a Wimbledon”

Emanuela Orlandi trasferita a Londra potrebbe non aver vissuto dai padri scalabriniani. “La residenza vaticana si trova a Wimbledon, davanti ad un ospedale privato”.
A cura di Beatrice Tominic
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A destra l'ostello dei padri scalabriniani di Clapham Road a Londra.
A destra l'ostello dei padri scalabriniani di Clapham Road a Londra.
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Dalla criminalità all'estrema destra, dall'ipotesi che Emanuela fosse incinta alla corrispondenza fra l'arcivescovo di Canterbury e il cardinal Poletti fino alla collanina giallorossa come prova del passaggio della quindicenne e all'email inviata dal presunto carceriere. Mentre Pietro Orlandi continua a dirsi ancora convinto dell'ipotesi che la sorella sia stata trasferita a Londra, la pista inglese continua a trovare conferme e ad ammettere nuove ipotesi. Dopo le conferme sul volo dei servizi segreti chiesto dal Vaticano, un'ex agente dei servizi segreti inglesi avrebbe suggerito di fare ulteriori approfondimenti sul presunto luogo avrebbe alloggiato Emanuela Orlandi.

"Quello di Clapham Road non è l'unico ostello dei padri scalabriniani a Londra – ha dichiarato – Inoltre a Wimbledon c'è una residenza vaticana con un ospedale privato vicino".

Emanuela Orlandi e l'ipotesi di Wimbledon: "Vicino c'è un ospedale privato"

Mentre in Italia c'è chi si schiera apertamente e incondizionatamente dalla parte del Vaticano, come Francesca Immacolata Chaouqui, secondo la quale, se il papa non riferisse ciò che sa si macchierebbe di complicità nel reato di occultamento di cadavere, dalla Gran Bretagna c'è chi, con accento inglese ma chiaramente di origine italiana, prova a collaborare.

"Ho lavorato per anni nell'intelligence della polizia di Londra, ora mi occupo di sanità – a parlare è una fonte anonima che si è messa in contatto con il giornalista di Far West, la trasmissione condotta su Rai Tre da Salvo Sottiele – A Londra ci sono due ostelli dei padri scalabriniani, non s'è solo quello di Clapham Road (a cui porterebbero i cinque fogli con le note spese del soggiorno di Emanuela Orlandi a Londra, ndr). Inoltre a Wimbledon c'è una residenza vaticana che si trova vicino ad un ospedale privato. Lì potrebbe essere stato svolto un aborto".

Emanuela Orlandi che indossa una delle collanine in plastica (come quella gialla e rossa trovata in Inghilterra) e l'ostello dei frati Scalabriniani dove avrebbe alloggiato.
Emanuela Orlandi che indossa una delle collanine in plastica (come quella gialla e rossa trovata in Inghilterra) e l'ostello dei frati Scalabriniani dove avrebbe alloggiato.

L'ipotesi che Emanuela Orlandi sia arrivata a Londra incinta, infatti, non viene esclusa neppure dal maresciallo dell'Aeronautica Militare che ha confermato il volo dei servizi segreti chiesto dal Vaticano. A chiederli sarebbe stato il cardinal Piovanelli. "Ma io non glielo ho detto", mettere le mani avanti l'ex militare durante l'intervista.

"Tutt’ora di vitale importanza che la signorina Emanuela Orlandi rimanga viva e in salute anche un feto in grembo è dotato di vita", si leggerebbe inoltre nella corrispondenza fra il cardinal Poletti e l'arcivescovo di Canterbury. Una corrispondenza che, come molti documenti emersi dopo gli anni Duemila, viene riconosciuta come un falsa dal Vaticano.

L'arcivescovo di Canterbury, le suore: nessuno ha mai sentito parlare di Emanuela Orlandi

Arrivati a Londra per cercare di ricostruire le tappe della pista inglese, ogni personaggio che compare (o, almeno, quelli che riescono ad incontrare) dice di non aver mai sentito parlare di Emanuela Orlandi, della sua scomparsa, del cardinal Poletti la cui firma, come anticipato, è riportato nei documenti emersi nel 2017, sebbene non siano mai stati riconosciuti dalla Chiesa.

Il prete che si occupava all'epoca dell'ostello risponde soltanto dopo un lungo e imbarazzante silenzio. Alla possibilità di aver visto qualcosa o incrociato Emanuela Orlandi nella residenza dei padri scalabriniani reagisce: "Francamente non mi ha mai interessato l’argomento. Anche fra di noi ridiamo su questo: come è possibile che pensino che sia stata qui?" Le suore che si occupano della residenza in cui sembra che fosse ospite Camillo Cimin nei suoi viaggi a Londra per controllare Emanuela, secondo alcune testimonianze e ricostruzioni, ammettono di aver sentito parlare della quindicenne: "Non lo conosciamo. Ma pensate davvero che l'avrebbero mandata qua, in mezzo ad altre studentesse italiane? Non abbiamo idea se sia venuta o meno, è un mistero".

Infine, viene raggiunto anche l'arcivescovo di Canterbury, la cui firma è riportata nella corrispondenza (o presunta tale) con il cardinal Poletti. "In qualità di arcivescovo non l'ho mai conosciuto", dice, senza specificare di averlo visto o meno prima o dopo il suo mandato. Poi si affretta a raddrizzare il tiro, osservando il documento stampato: "Credo si tratti di un documento. E sì, potrebbe essere la mia firma – dice- Ma per me è un falso. Non so perché compaiano i nostri nomi. Sono in pensione adesso. Non so niente di questa persona, non so proprio di cosa si tratti. Se fosse un cardinale, se fosse corrotto, se riciclasse denaro. Non lo conosco. Perché avrebbe dovuto contattare me? Non ne ho idea".

Il Vaticano ed Emanuela Orlandi: "Prima le indagini, mo si mettono pure a chiedere i voli"

Dopo le rivelazioni di un funzionario del ministero della difesa, che nel corso della trasmissione Far West condotta da Salvo Sottile su Rai Tre si è scoperto essere il maresciallo dell'Aeronautica Militare Giuseppe Di Uguardi, l'ipotesi del volo chiesto dal Vaticano ai servizi segreti italiani sembra ricevere un'ulteriore conferma. Si tratterebbe di una richiesta e, di conseguenza, un trattamento inusuale per i servizi segreti. "Nella mia memoria, non è mai successo: è stato un caso atipico e anonima – racconta – Di Emanuela Orlandi, alla fine di quell'estate del 1983, ogni tanto ho sentito qualche chiacchierata: Non bastano le indagini che dobbiamo fare, mo si mettono pure a chiedere i voli, dicevano alcuni".

L'ex maresciallo, inoltre, sarebbe disposto anche a parlare direttamente con la Santa Sede: "Ho chiamato personalmente l’ufficio del promotore di giustizia del Vaticano per tre volte in dieci giorni, ma ogni volta non aveva interesse ad ascoltarmi. Onestamente ho visto una chiusura del Vaticano – racconta ancora – Nella loro mente, piuttosto che indagare, scelgono di far passare il tempo. Tanto prima o poi le persone moriranno. E di queste cose non si parlerà più. Eppure, anche i segreti più inconfessabili sono tutti confessabili".

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