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Aggiornamenti sul caso Emanuela Orlandi

Orlandi, il marito della sorella Natalina in commissione: “Ricordo lo strazio della mamma di Emanuela”

Ricevuto in commissione bicamerale d’inchiesta Andrea Mario Ferraris, prima fidanzato e oggi marito della sorella di Emanuela Orlandi, Natalina: “Ci saremmo dovuti sposare pochi mesi dopo, ricordo lo strazio della mamma”.
A cura di Beatrice Tominic
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Nuovo colloquio alla commissione bicamerale d'inchiesta sui casi di scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Stavolta ad essere ricevuto è stato Andrea Mario Ferraris, prima fidanzato e oggi marito di Natalina Orlandi, una delle sorella di Emanuela Orlandi. L'uomo, chiamato a rispondere alle domande dei membri della commissione sulla scomparsa di quella che sarebbe dovuta essere sua cognata, avvenuta il 22 giugno del 1983, ha raccontato l'aria che si respirava in casa Orlandi dopo la tragica giornata e il rapporto che ebbero con il vigile che aveva visto la quindicenne per l'ultima volta.

Il racconto del marito di Natalina Orlandi: "Ci saremmo dovuti sposare pochi mesi dopo"

In una prima parte di colloquio, Ferraris ha offerto uno spaccato di quanto succedeva in casa Orlandi dopo la scomparsa di Emanuela Orlandi. Una situazione che, anche grazie all'impegno del fratello Pietro e delle sorelle della quindicenne, ormai la commissione e l'opinione pubblica tutta, in questi oltre 40 anni, ha imparato a conoscere.

"Con Natalina avevamo programmato il nostro matrimonio per settembre-ottobre – ha ricordato – La scomparsa di Emanuela ha cambiato tutto. Ovviamente ha scombussolato i nostri piani, ma soprattutto ha stravolto la nostra esistenza". Secondo Ferraris, un'immagine riesce ad essere davvero evocativa e servirebbe a spiegare le emozioni e la preoccupazione di quel periodo: "Si tratta dello strazio della mamma di Emanuela, che in quei giorni urlava e chiamava la figlia".

Il rapporto con il vigile che vide per ultimo Emanuela: "Era rammaricato"

Dopo aver affrontato la sfera familiare, Ferraris è passato a ricordare cosa avveniva in quei giorni di ricerca disperata. Per farlo ha fatto riferimento al vigile che fu tra gli ultimi a vedere Emanuela, a pochi passi dal Senato, parlare con quello che è stato definito il ragazzo dell'Avon, di cui ancora oggi non si conosce l'identità.

"Era determinato, convinto e rammaricato di non aver preso il numero di targa – racconta Ferraris a proposito del vigile urbano, Antonio Sambuco – Parlava della serie e diceva di aver visto tutto. Ricordava tutto del giorno della scomparsa: la tipologia di macchina, una Bmw di colore verde, l'astuccio e lo zainetto di Emanuela. Sono stati fatti anche degli identikit". Sambuco, però, è morto da alcuni anni e non potrà fornire la propria testimonianza in commissione.

Scomparsa Emanuela Orlandi, già ascoltato in commissione il poliziotto che la vide quel giorno

Diversamente, invece, per fortuna, il poliziotto che ha assistito alla medesima scena è stato ascoltato in commissione bicamerale d'inchiesta, che ha scelto di secretare la propria seduta. La stessa scena descritta da Sambuco, infatti, è stata riportata anche dal poliziotto: "Rispetto al vigile, il poliziotto era stato meno preciso però: ricordo che andammo dal vigile più volte, lui ricordava proprio la tipologia di macchina".

I lavori della commissione bicamerale d'inchiesta

I lavori della commissione bicamerale d'inchiesta non si arrestano. Numerose personalità sono state già ascoltate, alcune verranno convocate presto, altre ancora hanno chiesto espressamente di essere presi in considerazioni (è questo il caso, ad esempio, di Ali Agca). Nonostante i suggerimenti di Pietro Orlandi, invece, almeno per ora non è stata convocata l'avvocata Francesca Immacolata Chaouqui. Secondo quanto ha più volte dichiarato, non ha intenzione di proporsi alla commissione.

Lo ha ribadito anche questa stessa settimana, intervistata nel nuovo podcast di Fedez e Mr Marra: "Pietro crede che sappia molto più di quanto dico, ma non è così: se sapessi di più e mi rifiutassi di dirlo, mi renderei complice di occultamento di cadavere", ha dichiarato in Pulp Podcast. Non ha tardato ad arrivare la risposta di Pietro Orlandi: "Sul Vaticano hai cambiato versione, la tua necessità di riavvicinarti allo Stato Vaticano ha prevalso sul tuo senso di Giustizia".

Il giallo del dossier in Vaticano

Mentre Chaoqui si schiera dalla parte della Santa Sede, invece, proprio dal Vaticano arriva una rivelazione importante e riguarda l'esistenza del famoso dossier su Emanuela Orlandi redatto dallo Stato pontificio. Dopo aver spesso negato la sua stessa esistenza e a seguito delle rivelazioni dell'ex capo della gendarmeria, Domenico Giani, che parlava di ricostruzione storica sul caso della scomparsa della quindicenne, il promotore della giustizia vaticana ha ammesso che il fascicolo esiste. Resta sconosciuto, invece, il contenuto su cui possiamo soltanto avanzare ipotesi.

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