Siamo stati i primi, qualche mese fa, a segnalare che la parabola di Simone Ruzzi, Cicalone, stava virando decisamente a destra. Lo Youtuber romano, quando è comparso sulla scena, ha rappresentato un'importante novità nel racconto delle periferie romane. Il suo riusciva a essere un racconto che non criminalizzava borgate e periferie, in grado di dare voce a chi in quei luoghi abita e vive.
Nel suo format Quartieri Criminali "chi ha fatto i reati" e "chi è stato in galera", trovava un microfono per dire la sua, con la sua voce. Una narrazione non priva di contraddizioni, che a tratti appariva indulgente, a tratti rischiava di romanticizzare alcune scelte di vita, ma era in ogni caso molto interessante.
Poi sono iniziate le ronde contro i borseggiatori in metro. Cicalone ha avuto la capacità di intercettare un fenomeno reale, per quanto marginale, cambiando del tutto il tono del suo racconto: braccando borseggiatori presunti e tali, inseguendoli, provocando pericolose risse sulle banchine. E facendo milioni di visualizzazioni, con relativa monetizzazione per il grande successo di pubblico. Eppure tante delle persone con cui ha parlato, chiacchierato, camminato, mostrato empatia hanno compiuto reati e fatti ben più gravi di un furto con destrezza.
"Perché non ci piace Cicalone versione vigilantes", scrivevamo lo scorso giugno, e oggi, sei mei dopo, possiamo dire che la metamorfosi dell'ex pugile è ormai completata. La prossima settimana sarà infatti ospite di Atreju, la festa nazionale di Fratelli d'Italia.
Il panel in cui interverrà lo Youtuber intitolato Tra abusi e soprusi: un modello per combattere i "ladri di case", sottotitolo La via italiana per garantire la proprietà privata. Con Cicalone intervengono l'inviato di Striscia La Notizia Jimmy Ghione, il conduttore e giornalista Mario Giordano, il numero uno di confedelizia Giorgio Spaziani Testa e il segretario dell'UPPI, il sindacato che difende i piccoli proprietari immobiliari. Per Fratelli d'Italia interviene Andrea Delmastro Delle Vedove, il sottosegretario alla Giustizia noto per difendere gli agenti della polizia penitenziaria anche quando sono accusati di tortura. Solo qualche giorno fa ha detto, presentando la nuova vettura dei secondini: “L’idea di far sapere come non lasciamo respirare chi sta dietro quel vetro oscurato è per me un’intima gioia”.
Cicalone ha deciso così di sposare l'ossessione legalitaria della destra, in un incontro in cui chi occupa una casa è trattato come un ladro, in cui i problemi sociali sono solo e soltanto un tema di repressione. Intanto ha fatto sapere di non escludere di buttarsi in politica. Quello che possiamo dire è che ora è diventato uno tra i tanti che se la prende con i poveracci, quando aveva avuto l'intuizione (e a volte anche la sensibilità) di dare voce agli ultimi, a chi è colpito dallo stigma di essere un ex detenuto, di essere emarginato e di vivere in un quartiere che basta solo abitare lì per essere bollato come criminale o spacciatore.
Addio Cicalone, ti sei arreso al conformismo anche tu.
