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Aggiornamenti sul caso Emanuela Orlandi

Emanuela Orlandi, Pietro contro Francesca Immacolata Chaouqui: “Sul Vaticano hai cambiato versione”

Pietro Orlandi contro Francesca Immacolata Chaouqui, intervenuta nel nuovo podcast di Fedez: “Dici che non hai idea di cosa sia accaduto e, certamente, non sono responsabilità in Vaticano. Questo lo racconti a Fedez e Mr Marra, ma di certo non è quello che hai detto a me in sette anni che ti conosco. E mi dispiace”.
A cura di Beatrice Tominic
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"Ma a te pare normale che un Papa sia a conoscenza di una ragazza morta e non lo dice?", chiede Francesca Immacolata Chaouqui. "Io non mi stupirei", è la risposta di Fedez e di Mr Marra, che hanno accolto la Papessa nello studio del nuovo vodcast "Pulp podcast". Il riferimento è a Emanuela Orlandi.

Nel corso dell'intervista, l'avvocata conosciuta per essere stata l'unica donna, italiana, trentenne (come si presenta lei stessa nel podcast) ad essere chiamata come commissaria per Cosea, la pontificia commissione referente di studio e di indirizzo sull'organizzazione della struttura economico-amministrativa, ha ripercorso il suo ruolo all'interno del Vaticano, dal 2013 fino ad oggi. E non ha mancato di prendere parola sul caso della scomparsa di Orlandi. "Ho cercato di dargli una mano, ma lui è convinto che sappia più cose rispetto a quelle che sono già pubbliche. Io dove è Emanuela non lo so. Se lo sapessi e non lo stessi dicendo, mi renderei complice di occultamento di cadavere".

Francesca Chaouqui intervistata da Fedez e la risposta di Pietro Orlandi

"Io sono piuttosto ingestibile in questo senso – dice di sé nel podcast l'avvocata – Perché comunque non mi puoi comprare con i soldi, non mi puoi comprare con le promesse, non mi puoi comprare con i ricatti perché ho deciso di condurre un certo stile di vita, anche dal punto di vista della fede". Un punto di vista che forse viene messo in discussione da Pietro Orlandi che, appreso dell'apparizione dell'avvocato nel podcast, ha deciso di commentare la sua scelta a poche ore dalla messa in onda dell'episodio.

"Probabilmente, Francesca, la tua necessità di riavvicinarti allo Stato Vaticano ha prevalso sul tuo senso di Giustizia – scrive Pietro Orlandi – Ora per te, sul rapimento di Emanuela, non sanno nulla, non ci sono i documenti. I papi non nasconderebbero mai la Verità, tu non hai idea di cosa sia accaduto (invece una tua idea ce l'hai) e, certamente, non ci siano responsabilità in Vaticano. Questo lo racconti a Fedez e Mr Marra, ma di certo non è quello che hai detto a me in sette anni che ti conosco. E mi dispiace".

Francesca Chaouqui: "Non sono d'accordo con il fratello di Emanuela Orlandi"

"Hai voglia di darci il tuo punto di vista su alcuni casi che riguardano il Vaticano?", le chiede ad un certo punto Fedez. "Quando ho intervistato Pietro Orlandi mi ha parlato di una persona che avrebbe avuto maggiori informazioni a riguardo e, off camera, mi dice che quella persona sei tu", così le chiede del rapporto che ha con il fratello di Emanuela Orlandi. "Io stimo moltissimo Pietro, è una delle persone con la maggiore forza di volontà che io conosca. E anche il suo dolore è enorme – esordisce Chaouqui – Quando mi racconta che sua mamma vive ancora a due passi da papa Francesco e che quando lo incontra gli chiede ancora dove si trovi Emanuela, mi spezza".

Per questo ho cercato di dargli una mano in questi anni, lui si è convinto che io sappia delle cose in più rispetto a quelle che sono pubbliche e che io ho pubblicamente detto rispetto alla ricerca di sua sorella. E questo perché durante uno scambio di messaggi (del fascicolo di Vatileaks) parlo con il monsignore e gli chiedo come regolarsi sui documenti di Emanuela Orlandi". Poi passa a precisare di cosa trattiamo quei documenti, cinque fogli per l'esattezza: "Si tratta di un elenco della spesa in cui veniva riportato che il Vaticano aveva affrontato delle spese per gestire la vicenda Orlandi, che poi sono stati resi pubblici e che sono riconosciuti falsi dal Vaticano".

Il giallo della cassa conservata a Santa Maria Maggiore

Questi fogli si trovavano all'interno di una cassaforte: "È stata fatta scassinare per finta da monsignor Vallejo che aveva necessità di costruirsi un alibi per la fuga di documenti che aveva in mente di fare – continua Chaouqui – I documenti tornano per posta in Vaticano. Poi, non fidandosi più, li mette in una cassa e la porta a santa Maria maggiore. E Pietro ritiene che forse, in quella cassa, possano esserci dei documenti legati alla sorella".

La cassa, però, non è mai stata trovata dal Vaticano. Interrogata sulle sue opinioni, Chaouqui aggiunge poi, prima di cambiare argomento: "Questo è il punto su cui io e Pietro non siamo più d'accordo e la ragione per cui non voglio andare a parlare nella commissione d'inchiesta – spiega – Il presupposto di fondo mi sembra sempre lo stesso: il Vaticano sa, noi dobbiamo scoprire qualcosa che già sa e ci nasconde, intendendo per Vaticano gli organi ufficiali dello Stato. Ma io questo non lo tollero perché so perfettamente che è così, so che la Santa Sede non sa dove si trovi Emanuela e cosa le sia successo. Nessun organo istituzionale lo sa, singole persone, vive all'epoca, nessuno può saperlo".

Secondo Chaouqui, però, non servirebbero altre ricerche sul caso: "Il Vaticano non sa cosa sia successo: quando papa Francesco dice che Emanuela è in cielo non sta riportando, ma la sua opinione – continua Chaouqui – Allo stesso modo, si parla di famiglia lasciata sola: eppure la Santa Sede, a partire dal cardinale Becciu".

La commissione bicamerale d'inchiesta: "Un buco nell'acqua"

Non esita a prendere parola neanche sulla commissione bicamerale d'inchiesta: "Se avesse la capacità di riavvolgere il nastro per ripercorrere l'intera giornata di Emanuela, allora sarebbe utile, ma la mia sensazione è che l'intera commissione verta su ciò che il Vaticano ci sta nascondendo. Quello che fa arrabbiare Pietro è che non si stia andando verso la direzione che si aspettavano. Spendono soldi pubblici per non risolvere nulla. Per questo non voglio essere ricevuta". E poi conclude: "Io ho la certezza che Papa Francesco, ma anche un pontefice cattivo, sempre ammesso che esista, non potrebbe mai rendersi complice dell'occultamento di un cadavere. Mai, mai e poi mai: mi butterei sul fuoco per questo".

E poi conclude offrendo una propria ricostruzione sulla scomparsa: "Sicuramente Emanuela Orlandi non è morta cadendo nel Tevere – dice – è stata rapita, non è stata uccisa contestualmente al rapimento, ma c'è stato un periodo in cui è rimasta in vita, non so se sia stato a Londra o altrove, un periodo che non è stato gestito, forse dal Vaticano dell'epoca, come si aspettavano. Non credo nella pedofilia, non è il modus operandi di alcune cose. Sulla Banda della Magliana mi permetto di sciogliermi dal segreto: io le carte dello Ior le ho viste tutte, la banda della Magliana non l'ho vista mai, sfatiamo sto mito, non risulta da nessun documento".

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