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Satnam Singh, bracciante indiano morto a Latina

Morte di Satnam Singh, rilasciati i visti per i familiari del bracciante: “Presto in Italia”

Rilasciato il visto per entrare in Italia dall’Ambasciata italiana a New Delhi ai familiari di Satnam Singh. Presto in Italia la sorella della compagna, Soni.
A cura di Beatrice Tominic
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L'Ambasciata d'Italia a New Delhi ha rilasciato il visto di ingresso in Italia per i familiari di Satnam Singh, il bracciante morto a Latina dopo essere stato vittima di un incidente nei campi che gli ha tranciato il braccio di netto e dopo essere stato abbandonato senza ricevere soccorso. Fra loro la sorella di Soni, compagna di Singh, che presto potrà arrivare in Italia, per sostenerla in questo momento così complicato.

A riferirlo sono state fonti della Farnesina: non appena appreso della tragica vicenda, era stato lo stesso vicepresidente Antonio Tajani ad attivarsi con gli uffici consolari italiani in India, affinché potessero concedere i visti d'ingresso necessari nel minore tempo possibile. Nel frattempo è stata la stessa premier Giorgia Meloni ad intervenire sul caso alla Camera.

La mamma di Satnam Singh: "Voglio vedere il corpo"

Fra i familiari rimasti in India anche la madre di Sartnam Singh che nei giorni scorsi, in videochiamata con il telegiornale regionale del Lazio, ha detto di voler vedere il corpo del figlio: "Voglio vedere lui, il luogo in cui è stato abbandonato e l'uomo che lo ha fatto", ha dichiarato. "Non capisco come possa aver fatto una cosa del genere", ha aggiunto, in lacrime.

Un profondo dolore comune a quello della compagna di Singh, Soni, che, invece, ha assistito all'intera scena. Dal ferimento del braccio, tranciato di netto, all'abbandono di Satnam e dell‘arto in una cassetta, vicino alla spazzatura. Per lei, invece, è arrivato il permesso di soggiorno per motivi di "protezione speciale". Oltre a lei, presente al momento dei fatti, anche un collega: "Il padrone diceva che era inutile chiamare l'ambulanza, che era già morto", ha spiegato a Fanpage.it. Per quanto accaduto Antonello Lovato, proprietario dell'azienda, è indagato per omicidio colposo, omissione di soccorso e violazione delle regole in materia di lavoro irregolare.

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