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45mila euro ai mafiosi del clan Di Silvio in cambio di voti: indagato europarlamentare della Lega

L’uomo arrestato è un imprenditore operante nel settore dei rifiuti molto noto a Latina: secondo chi indaga, avrebbe pagato 45mila euro al clan mafioso Di Silvio per far ottenere almeno 200 voti al capolista candidato per ‘Noi con Salvini’. Insieme a lui è stato arrestato anche il suo collaboratore.
A cura di Natascia Grbic
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Scambio elettorale politico mafioso: questa l'accusa che ha portato due persone, un noto imprenditore di Latina operante nel settore dei rifiuti e il suo collaboratore, a essere arrestati questa mattina dalla Polizia di Stato e dai Carabinieri del locale Comando Provinciale, su richiesta della Procura della Repubblica di Roma – Direzione Distrettuale Antimafia. Secondo l'accusa, l'uomo avrebbe pagato 45mila euro al clan mafioso dei Di Silvio per far avere almeno 200 voti a Matteo Adinolfi, capolista candidato nella lista ‘Noi con Salvini‘ nei quartieri d'influenza criminale del gruppo. Il clan si sarebbe anche occupato dell'attacchinaggio dei manifesti per il candidato, cercando di garantire la sua elezione nel rinnovo del Consiglio comunale di Latina del 5 giugno 2016. Matteo Adinolfi, europarlamentare della Lega, risulta indagato.

Secondo quanto emerso dalle indagini, il pagamento dei 45mila euro era avvenuto in tre tranche all'interno dell'azienda operante nel settore dei rifiuti. Punto di contatto tra il clan di Silvio e l'imprenditore era il collaboratore di giustizia Riccardo Agostino (indagato anche lui in concorso nello stesso procedimento degli arrestati). Le comunicazioni col clan potevano avvenire solo tramite lui, senza contare che nessuno dei Di Silvio si poteva presentare alla sede del partito, in modo da non dare a vedere che aveva rapporti con mafiosi della zona. A confermare le accuse, due collaboratori di giustizia: il già citato Riccardo Agostino e Renato Pugliese. Cosa ci guadagnava l'imprenditore dall'elezione del capolista nel consiglio comunale? Non solo prestigio: l'elezione sarebbe stata funzionale alle strategie economiche della sua società, molto probabilmente per avere il monopolio nella gestione dei rifiuti e delle bonifiche in tutto il territorio di Latina.

"Quanto continua ad emergere dall’inchieste di Latina presenta un quadro indiziario gravissimo. Un imprenditore dei rifiuti avrebbe pagato 45.000 euro al clan Di Silvio per far eleggere alle comunali del 2016 nella lista ‘Noi con Salvini', l’attuale europarlamentare Matteo Adinolfi, ora indagato. Gli arresti di stamattina testimoniano il pericolo della distruzione del processo democratico se la politica non si schiera in maniera forte e determinata contro le mafie. Spiace vedere chi come Salvini, continua a fare propaganda senza risolvere quelli che sembrano gravi problemi di selezione dei suoi candidati. È chiara la sua responsabilità politica se non vigila su quanto avviene nel suo partito". Lo hanno dichiarato in una nota i parlamentari M5S della commissione Antimafia. "E ricordiamoci anche che Latina è l’epicentro dell’inchiesta giornalistica di Fanpage che evidenziava gravissime affermazioni del sottosegretario Durigon che, peraltro, continua a rimanere al suo posto dopo aver millantato di pilotare le inchieste sui fondi della Lega, cioè i 49 milioni di euro di denaro pubblico scomparso. E non dimentichiamo che i commercialisti della Lega condannati nella vicenda Lombardia film commission sono ancora al loro posto, a tenere la contabilità della Lega in Parlamento. Il nostro è un grido d’allarme perché con l’approssimarsi delle elezioni amministrative, si deve impedire ai clan di condizionare il processo politico e democratico. Ed è necessario ricordare come i Di Silvio di Latina, attraverso i Casamonica hanno radici anche nella Capitale ed è necessario vigilare su tutti i fronti".

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