10 secondi non è molestia? Il pm fa ricorso contro la sentenza: ‘È violenza’
La procura decide di impugnare la sentenza con cui il tribunale di Roma aveva assolto il collaboratore scolastico dell’Istituto Cine Tv Roberto Rossellini dall’accusa di violenza sessuale per aver palpato i glutei di una studentessa minorenne "solo per una manciata di secondi". Secondo i giudici, infatti, una molestia della durata compresa "tra i 5 e i 10 secondi", come dichiarato dalla stessa ragazza, più che una violenza avrebbe rappresentato una "manovra maldestra ma priva di concupiscenza". Con questa spiegazione le toghe di piazzale Clodio non avevano accolto la richiesta del pm, nell’udienza dello scorso 7 luglio, di una condanna a tre anni e quattro mesi di reclusione.
Ma il Corriere della Sera riferisce che la procura ha deciso di fare ricorso: argomento di discussione è proprio l’interpretazione – non adeguata, secondo il pm – dei giudici della molestia. Il contatto sarebbe stato ridotto a "sfioramento", inserito all’interno di un contesto scherzoso che ridurrebbe la gravità di quella che in realtà resta una vera e propria molestia (come tutte, d’altronde).
"Un’azione che dura tra i cinque e i dieci secondi, come il palpeggiamento ai glutei descritto da una studentessa minorenne dell’Istituto Cine Tv Roberto Rossellini a opera del bidello Antonio Avola, non può essere considerata istantanea. Anzi è un’apprezzabile durata". È uno dei passaggi cruciali dell’impugnazione in appello presentata dal pm che fa leva, oltre che sul racconto della diretta interessata che ha riferito di "essersi sentita qualcuno che le infilava una mano nei calzoni, fin sotto agli slip", anche sulla testimonianza della sua amica, presente al momento della molestia avvenuta tra i corridoi della scuola. La ragazza ha riportato che l’intera azione avrebbe avuto una durata complessiva di una trentina di secondi, confermando la tesi secondo la quale non sarebbe stata vissuta dalle due giovani come un "fugace toccamento scherzoso".
Un altro tema su cui insiste la procura è la confidenzialità del bidello: quello che i giudici hanno definito "un clima scherzoso", fatto di continue battute come quella di appellare la giovane studentessa come "mia moglie" o "amore", per il pm altro non è che un insieme di "frasi inopportune", che avrebbero poi portato al concretizzarsi della molestia.
È inoltre importante non perdere di vista un punto fondamentale: non è la durata che conta (risultano anzi paradossali i discorsi di questi giorni). Una molestia resta una molestia, che sia di 2, 10 o 1000 secondi: non può assolutamente essere un "limite minimo di tempo" a distinguere "violenze di serie A da quelle di serie B".