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Roma, pugno duro contro l’estrema destra: agli arresti i neofascisti di Militia

I carabinieri del ros hanno concluso l’indagine Lamia: diffusione di idee fondate sull’odio razziale ed etnico ed apologia di fascismo, tra le accuse che hanno portato alle manette cinque persone, tra cui il leader storico della destra eversiva Maurizio Boccacci. Nel mirino del movimento c’erano Alemanno, Fini, Schifani e l’ex presidente americano Bush.
A cura di Biagio Chiariello
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Accuse di apologia del fascismo, diffusione di odio razziale, minacce anche al sindaco Alemanno e ai presidenti di Camera e Senato

Dopo la strage dei senegalesi a Firenze, concepita dall'odio razziale di un esponente di Casa Pound, il pugno duro delle forze dell'ordine si stringe contro i movimenti dell'estremismo razzista.

Associazione per delinquere, apologia al fascismo, azioni contro il sindaco di Roma Gianni Alemanno e i presidenti di Camera e Senato Gianfranco Fini e Renato Schifani: con queste ed altre accuse sono state arrestate, questa mattina  a Roma, cinque persone in un’operazione che gli agenti del Ros hanno condotto per smantellare l’organizzazione di estrema destra, denominata “Militia”.

«Porre le basi per una guerra rivoluzionaria»

Tra loro spicca il nome di Maurizio Boccacci, 54enne leader storico della destra eversiva, che negli anni Ottanta fondò l'organizzazione neofascista Movimento Politico Occidentale. «Ammiro quello che Hitler ha fatto. Gli ebrei erano dei nemici che si opponevano ai suoi disegni», dice di sé l'uomo residente ad Albano Laziale. Insieme a lui sono scattate le manette per Stefano Schiavulli (26 anni), Giuseppe Pieristé (54 anni), Massimiliano de Simone (43 anni) e Daniele Gambetti (26 anni) che volevano «porre le basi di una guerra rivoluzionaria, contrapponendosi alle istituzioni preposte alla repressione, che non riconoscevano», come si legge nell'ordinanza. Denuncia a piede libero, invece, anche per un 16enne, accusato della redazione di “documento-relazione dedicato ai giovani” che istigava alla apologia del fascismo.

Ideologie nazifasciste

Ai militanti di ‘Militia' sono contestate, oltre alle accuse già citate, il deturpamento di cose altrui, il procurato allarme e le minacce alle istituzioni e ai loro rappresentanti, ma soprattutto la diffusione di idee fondate sull'odio razziale ed etnico, in violazione della legge Mancino. Il movimento, infatti, aveva preso di mira la comunità ebraica romana e il suo presidente Riccardo Pacifici, come dimostrano i numeri striscioni esposti in gallerie o in altri luoghi pubblici della Capitale.

Il loro obiettivo era quello di «esaltare principi, fatti e metodi del fascismo». Uno dei mezzi attraverso i quali raggiungere questo scopo, oltre agli «striscioni, scritte murarie e manifesti, sia con riunioni e volantinaggio», era la “Palestra popolare Primo Carnera“ a Roma utilizzata «per svolgere l'attività di proselitismo e di indottrinamento politico». Altra base logistica del movimento era la Discoteca "Kinky Club"

C'è da dire che oltre agli esponenti politici di cui sopra, Militia ce l'aveva pure con l’ex presidente americano Geoge Bush e i cittadini rumeni a Roma. Oltre che nella Capitale, le forze dell’ordine sono impegnate in perquisizioni anche in provincia di Napoli, a Perugia e Salerno.

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